L’Asl Romagna ha commentato lo “sciopero” indetto dalle farmacie aderenti a Federfarma della provincia di Rimini parlando di «iniziativa singolare». Secondo quanto riferito dal quotidiano locale Rimini News, l’azienda sanitaria non ha gradito la decisione delle farmacie di avviare l’iniziativa di protesta, che come riferito ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it prevede, fino al 29 giugno, che gli esercizi saranno regolarmente aperti; tuttavia, «ai clienti sarà chiesto di pagare i farmaci prescritti a carico del Servizio Sanitario, con possibilità di chiedere poi un rimborso alla Asl: per chi non ha esenzioni si pagheranno i medicinali sotto i 25,80 euro mentre per chi ha esenzioni quelli sotto i 5,16 euro».
La Asl specifica che a livello regionale è aperto un tavolo di confronto proprio sulle politiche del farmaco: «Per questo l’annuncio di Federfarma Rimini risulta stonato nei tempi, nei modi e nei contenuti. E ancor di più se si considera che le farmacie comunali della provincia di Rimini, responsabilmente, non hanno aderito alla protesta dei farmacisti privati». Nel merito, l’agenzia sanitaria spiega che «le quote che i cittadini devono corrispondere per i farmaci erogati in regime di Sistema Sanitario Nazionale derivano da una regola valida su tutto il territorio regionale. Non essendo dunque una costrizione dell’A.USL Romagna è vero l’esatto contrario di quello che va sostenendo Federfarma: il ticket come ogni cittadino ben sa, viene applicato dal 2011 in relazione alla situazione reddituale e/o di patologia esente, in completo ossequio alle norme vigenti. Disposizioni regionali però stabiliscono che il ticket non venga invece corrisposto da nessun cittadino qualora il farmaco sia erogato in distribuzione diretta o in distribuzione per conto. Fa strano, quindi, che l’astensione di Federfarma Rimini venga “venduta” come una protesta a favore dei cittadini e si urli allo scandalo perché l’A.USL non fa pagare ticket in distribuzione diretta quand’anche le farmacie stesse non l’hanno fatto pagare per i farmaci distribuiti “per conto”, fino a quando hanno ritenuto conveniente tale procedura».
In pratica, secondo la Asl, «a Federfarma non interessa la questione del ticket che deve pagare o non pagare l’assistito: il vero e unico motivo della rivolta è rappresentato dalla mera esistenza della pratica, peraltro prevista dalla legge, della distribuzione diretta».
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