A otto anni dallo scoppio della crisi finanziaria che ha colpito il mondo intero, le conseguenze del terremoto economico si fanno ancora sentire. E il comparto della farmacia non fa eccezione. Lo dimostra la situazione della Francia: si tratta di uno dei Paesi europei più ricchi, eppure il settore delle farmacie continua ad essere colpito da casi di forte difficoltà.
Secondo quanto riportato dal quotidiano specializzato Le Moniteur des Pharmacies, il 2015 ha fatto registrare infatti un aumento del numero di esercizi che si sono visti costretti a chiudere i battenti. Nella sua ultima inchiesta sulla demografia delle farmacie, l’Ordine transalpino ha constatato la chiusura di 181 croci verdi: un dato in deciso aumento rispetto all’anno precedente, quando ad abbandonare l’attività erano state “solamente” 123 farmacie. Ciò significa, prosegue il giornale, «che durante il 2015 si è registrata una chiusura di farmacia ogni due giorni, contro una ogni tre nel 2014». Senza dimenticare che nel corso degli ultimi cinque anni ad abbassare definitivamente la saracinesca sono stati ormai circa 800 esercizi, il 30% dei quali concentrato nella regione Ile de France (quella della capitale Parigi).
Non stupisce il fatto che ad essere colpiti siano stati in particolare i farmacisti che esercitano in aree rurali: così i dipartimenti più in difficoltà sono risultati quelli della Corrèze, dell’Orne e della Haute-Marne. «Per ora la capillarità non è in discussione, ma se la tendenza dovesse proseguire nei prossimi anni, i rischi diventeranno più concreti», prosegue il giornale. Parlando alla stessa testata, il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei farmacisti, Isabelle Adenot, ha dichiarato: «Sul primo semestre 2015 le chiusure hanno creato tre “buchi” nella distribuzione delle farmacie».
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