Disastro: così è stato definito dal Sole24ore il buco profondo 1,880 mld, con l’ospedaliera in rosso per 1,549 mld e la territoriale nell’insieme di 331 mln. La convenzionata che come spesa netta scende dell’1,40% con le ricette che diminuiscono del 2,17%. La distribuzione diretta lievita: +51,4% per arrivare a 1,67 mld. Sono i dati dell’AIFA a parlare stavolta, non i farmacisti. Lo sforamento più evidente riguarda gli acquisti di medicinali gestiti direttamente dalla struttura pubblica e ciò è dovuto, in parte dall’alto costo di certi farmaci ospedalieri ma anche, in larga parte, dal fatto che la struttura pubblica non riesce ad assicurare la stessa efficienza delle farmacie in termini di tracciabilità; prova ne sia la difficoltà a quantificare e recuperare il payback.
Ma non possiamo dirci stupiti: da anni cerchiamo di far comprendere che la distribuzione diretta non è la panacea di tutti i mali e che il risparmio è solo apparente.
La strada da seguire è sempre stata chiara, secondo Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, ovvero “quella di una omogenea distribuzione per conto presso le farmacie, che rappresentano un canale sicuro e controllato dal ministero dell’Economia e consente di coniugare il risparmio ottenuto dagli acquisti per gara dalle ASL, con la razionalizzazione delle erogazioni attraverso le farmacie e i dati del distribuito in tempo reale. La stessa verifica non avviene nella distribuzione diretta, con i cittadini che ricevano grandi quantità di farmaci, anche ad alto costo, che per vari motivi vengono sprecati, danno, questo, censurabile sia dal punto di vista economico che etico. Senza contare l’aggravio dei costi relativi al personale deputato a tale attività”.
La nuova Governance farmaceutica si sta affacciando all’orizzonte, le Regioni hanno presentato formalmente al Governo le loro proposte per ridefinire la governance e cercare di tamponare l’emorragia della spesa farmaceutica (anche a causa e in vista dei numerosi e ‘costosi’ farmaci innovativi che stanno entrando sul mercato). Sì a prezzo/volume, prezzo efficacia, prezzo/risultato e ai nuovi criteri per definire l’innovazione, ma senza prescindere la riaffermazione della farmacia quale luogo privilegiato di distribuzione del farmaco secondo criteri nuovi e sostenibili come la DPC.
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