Sei punti, sei richieste consegnate – brevi manu – dalla presidente di Federfarma Annarosa Rocca al ministro Lorenzin subito dopo aver concluso la relazione di apertura della prima assemblea nazionale, che si è tenuta martedì 24 maggio presso il teatro Eliseo di Roma. A partire dalla necessità di ripristinare uno standard omogeneo sul territorio nazionale per quanto riguarda l’erogazione dei farmaci, un tema strettamente legato alla governance e alla riforma del titolo V che inquadra la sanità come materia concorrente Stato-regioni. Ma ovviamente la relazione di Racca ha riguardato molte altre priorità: la valorizzazione della farmacia come presidio integrato nel Ssn e deputato alla distribuzione di tutti i medicinali, con la sola esclusione di quelli che richiedono particolari cautele in fase di somministrazione; investire nella farmaceutica convenzionata, una spesa virtuosa e controllata che non può subire altri tagli; reinvestire nel servizio farmaceutico almeno parte dei risparmi generati dalla farmacia, finanziando così progetti per l’assistenza ai pazienti cronici; definire requisiti e remunerazioni per i servizi aggiuntivi rispetto alla dispensazione del farmaco; tenere conto della specificità del settore farmaceutico nei contenuti del Ddl concorrenza.
Una serie di punti elencati con chiarezza da Annarosa Racca che, all’assemblea dell’Eliseo e alle autorità presenti, ha ricordato la necessità di «riconoscere e valorizzare il ruolo della farmacia del territorio come HUB di riferimento per la distribuzione di tutti i farmaci del Ssn». Dopo aver elencato i numeri del comparto (18.200 piccole imprese che danno lavoro a 70.000 addetti di cui 50.000 laureati) il presidente di Federfarma ha esortato i presenti a compiere uno sforzo comunicativo per «far conoscere meglio alla collettività la realtà della farmacia italiana», scarsamente compresa dal mondo dell’informazione e, nei casi peggiori, vittima di «interventi di vera e propria disinformazione» orchestrati da «quelle che sono le vere lobby, i gruppi della GDO che puntano a far chiudere le farmacie». «Oggi deve essere anche il giorno dell’orgoglio professionale – ha proseguito Racca – perché la farmacia è un patrimonio di cui dispone il nostro paese. Una macchina complessa in grado anche di consegnare i farmaci a domicilio alle persone sole e malate, una realtà che ha puntato con convinzione sull’informatizzazione per rendere più efficiente e trasparente il servizio offerto». Più volte, durante l’assemblea, i relatori hanno fatto riferimento alla necessità di rinnovare la convenzione con il Ssn perché, ha sottolineato Racca, «non è possibile rapportarsi con il proprio referente istituzionale con regole ferme al 1998». “Nonostante i tentativi di smantellare la rete – ha proseguito la numero uno di Federfarma – oggi la farmacia è diventata uno stakeholder fondamentale del Ssn, facendosi carico di servizi rivolti al paziente e riuscendo a fornire dati certificati per abbattere l’uso inappropriato di risorse». Ma se la spesa convenzionata può contare su dati certi, non si può dire lo stesso di quella ospedaliera che «non ha riferimenti chiari dato che la raccolta regionale dei dati poggia su criteri non omogenei». E tra le soluzioni proposte da Racca per rendere il Ssn più efficiente c’è proprio la distribuzione per conto per i farmaci ad alto costo, un modo per confermare il ruolo della farmacia «come centrale per il monitoraggio della spesa” e per integrarla perfettamente nel Ssn. Un’integrazione che passa anche dal protocollo d’intesa siglato tra Federfarma e Fimmg che affronta, tra le altre cose, anche la questione vaccini.
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