Usa, i robot sostituiscono i farmacisti. «E non sbagliano mai»

In numerosi ospedali degli Stati Uniti sono state avviate delle sperimentazioni, il cui obiettivo è quello di verificare la possibilità di sostituire i farmacisti con dei robot. Niente più professionisti in carne ed ossa, dunque, ma intelligenze artificiali a dispensare i medicinali.
A riferirlo è il giornale specializzato francese Le Quotidien du Pharmacien, che spiega come uno degli ospedali collegato alla facoltà di Medicina di San Francisco, ad esempio, si sia già lanciato da tempo, aprendo la sua “farmacia automatica”, che raccoglie le prescrizioni mediche, prepara le specialità e le invia direttamente ai pazienti. Quest’ultima fase è garantita da una flotta di piccoli robot che ripartiscono le confezioni per ciascun reparto, ciascuna corsia e ciascun degente. In questo modo il personale della farmacia dell’ospedale è stato sensibilmente ridotto: sette posti di farmacisti preparatori sono stati del tutto soppressi. Rimangono solamente due professionisti a sorvegliare il sistema, uno incaricato di verificare le prescrizioni e un altro di controllare che le “spedizioni” siano corrette.
Uno studio pubblicato ad un anno dall’introduzione di un sistema simile a quello di San Francisco, stavolta in un ospedale di Houston, indica che i robot lavorerebbero più velocemente rispetto agli esseri umani, e soprattutto con un rischio molto minore di errori. Dalla fine del 2011 alla fine del 2015, infatti, i 50 farmacisti impiegati nella struttura hanno commesso 92 errori di preparazione su un totale di 1,88 milioni di prescrizioni, ovvero 5 ogni 100 mila. Numeri esigui, di certo. Al contrario, però, secondo lo studio i robot non si sono sbagliati mai. Zero errori. Non a caso, un’inchiesta dell’American Journal of Pharmacy Education indica che, di qui al 2022, sono 40 mila gli studenti di farmacia che rischiano di non avere più una prospettiva di impiego: «Saranno di fatto inutili, proprio a causa della concorrenza “bionica”».