d-ambrosio-lettieriLe pratiche illegali, che trovano terreno tanto più fertile in assenza di trasparenza e in presenza di una selva intricata di leggi e burocrazia, attaccano alle fondamenta l’economia di un Paese, ma erodono anche servizi essenziali condizionando pesantemente la coesione sociale, perché minano la fiducia dei cittadini nel sistema pubblico. La galassia sanità, come ci dice oggi il presidente dell’Anac, Cantone, non ne è esente, anzi. Certo, si tratta di un fenomeno di dimensioni mondiali che individua, proprio nel sistema di tutela della salute, uno dei più esposti al rischio di contaminazioni. Ma la soluzione non può essere il ricorso a tagli lineari.
Negli Stati Uniti, una quota variabile fra il 5% e il 10% della spesa sostenuta dai programmi pubblici Medicare e Medicaid è assorbita da frodi ed abusi. La Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel settore sanitario – un’organizzazione cui l’Italia non ha ancora aderito – stima che in Europa circa il 6% del budget per la sanità sia assorbito dalla corruzione. In Italia ammontano a circa 6 miliardi di euro le risorse erose al budget della sanità pubblica da corruzioni, frodi e abusi. Che poi alimentano gli sprechi e viceversa, in una spirale senza fine, sovrapponendo il rischio etico a quello clinico. Si tratta di dati e indicazioni emersi chiaramente anche nella indagine conoscitiva sul sistema sanitario nazionale realizzata dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato e nel Rapporto 2015 su trasparenza e legalità realizzato dall’Agenas. Il tema merita, dunque, attenzione particolare e azioni conseguenti credibili ed efficaci, anche perché nel settore sanitario la corruzione produce effetti negativi non solo economici (in particolare sulle finanze pubbliche), ma anche sulla salute della popolazione: riduce l’accesso ai servizi; peggiora in modo significativo gli indicatori generali di salute; è associata a una più elevata mortalità infantile; sottrae risorse ai programmi di assistenza. Per tale ragione il contrasto alla corruzione nel settore sanitario deve costituire un impegno prioritario per i responsabili delle politiche pubbliche, a cominciare dalle Regioni che devono applicare attraverso le Asl i piani anticorruzione. Proprio nell’aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione, pubblicato nell’ottobre scorso, la sezione dedicata alla sanità evidenzia quanto il concetto di rischio in questo settore sia strettamente legato al tema del risk management, in particolare quando connesso a cattiva amministrazione. Due esempi su tutti: l’alterazione delle liste di attesa e il danno per la salute dovuto a contraffazione di farmaci, somministrazione di farmaci scaduti o inappropriati. L’approccio alla lotta alla corruzione, anche nelle Asl, deve porsi l’obiettivo di aumentare il livello di integrità in tutte le aree della sanità pubblica e privata, anche a difesa della sostenibilità del sistema sanitario che è faccia della stessa medaglia rispetto al tema della legalità e trasparenza. La sostenibilità del sistema sanitario nazionale passa da una nuova governance della spesa, dalla trasparenza degli atti e dalla lotta senza quartiere alla corruzione e agli sprechi. Ma anche attraverso il sostegno e la valorizzazione dei tanti operatori che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con senso di responsabilità e rispetto delle regole, la collaborazione interprofessionale e la promozione di strumenti adeguati sul piano culturale ed etico in un settore particolarmente sensibile”.
Lo dichiara in una nota il sen. d’Ambrosio Lettieri, componente Commissione Igiene e Sanità Senato.

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