Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la discussione in Aula del disegno di legge sulla Concorrenza potrebbe slittare nuovamente. «Il testo – spiega il quotidiano – ha subito un tormentato iter parlamentare e rischia nuovi rinvii a Palazzo Madama dopo avere ottenuto, lo scorso ottobre, semaforo verde da Montecitorio, dove comunque l’articolato dovrà tornare». L’analisi da parte dei membri della commissione Industria del Senato è infatti risultata più lunga del previsto, con continui bracci di ferro sulle questioni più spinose, alcune delle quali riguardano anche le farmacie. In particolare, come noto, si è dibattuto a lungo sulla possibilità di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C, ipotesi caldeggiata in particolare dalle parafarmacie e dalla grande distribuzione organizzata. Alla fine, gli emendamenti proposti in questo senso sono stati respinti in commissione, come spiegato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it.
A breve, appunto, il testo dovrebbe essere posto al vaglio del Senato, ma – prosegue il Corriere della Sera – «bisognerà aspettare dopo Pasqua per vedere la fine dell’esame del Ddl in commissione Industria: contrariamente alle attese, infatti, non sono state presentate nei giorni scorsi le tanto sospirate modifiche da parte dei relatori, Luigi Marino (Area popolare) e Salvatore Tomaselli (Partito democratico), e del governo».
Le ragioni che provocheranno un ulteriore slittamento nell’iter di approvazione del provvedimento a dopo il 5 aprile (data indicata dalla conferenza dei capigruppo) è dovuto, da una parte, al fatto che «in Aula il calendario dei lavori si presenta molto affollato dopo la pausa pasquale: infatti i senatori sono chiamati a votare in tempi molto stretti sia il decreto sulle banche di credito cooperativo che quello sul terzo settore, che hanno la precedenza». Ma a rallentare il processo del Ddl sulla Concorrenza ci sono anche «i mal di pancia della maggioranza, in particolare di una parte del Pd minoritaria, e i pochi voti sui quali può contare il governo Renzi per il varo delle leggi, che potrebbero spingere l’esecutivo a spostare il dibattito dal 5 al 12 aprile».
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