tessera professionale europea per farmacistiLa Tessera professionale europea (TPE) è attiva dal 18 gennaio 2016. Essa riguarda anche i farmacisti che possono farne richiesta tramite un’apposita procedura. La card è stata ideata al fine di facilitare, nelle intenzioni della Commissione europea, la libera circolazione dei professionisti all’interno dell’Ue, e quindi le opportunità di occupazione. Come riportato da FarmaciaVirtuale.it, la TPE non è costituita da un supporto fisico, ma soltanto da un certificato elettronico che attesta il soddisfacimento di tutte le condizioni necessarie all’esercizio della professione di farmacista in un altro Paese europeo, sia su base temporanea o occasionale, sia ai fini dello spostamento definitivo nello Stato ospitante.
Ma come fare per richiederla? Innanzitutto è bene visitare la pagina apposita del sito dell’Unione europea, per ottenere tutti i dettagli. Quindi bisognerà connettersi al portale ECAS, il servizio di autenticazione della Commissione europea e creare un nome utente e una password, se non li si ha già. Poi si dovrà completare il proprio profilo con i dati personali e i recapiti; quindi creare una domanda, caricare le scansioni dei documenti necessari e trasmetterli per via telematica.
Secondo quanto specificato dalla Commissione europea, «una volta inviata la domanda, le autorità competenti hanno una settimana per accusarne la ricezione e comunicare gli eventuali documenti mancanti. Se si intende semplicemente esercitare la propria professione nel Paese ospitante in via temporanea, le autorità hanno tre settimane supplementari per analizzare il fascicolo. Tuttavia, se la professione ha un impatto serio sulla salute o sulla sicurezza dei clienti o dei pazienti, le autorità hanno più tempo a disposizione per esaminare la domanda: fino a tre mesi».
Ancora, se ci si vuole stabilire nel Paese ospitante, le autorità hanno un massimo di tre mesi per valutare la domanda». L’esame viene effettuato dapprima dal Paese di origine, quindi da quello ospitante: se quest’ultimo «dovesse constatare che l’istruzione e l’esperienza del professionista non corrispondono ai livelli previsti, potrebbero chiedere di intraprendere ulteriori passi per dimostrare di essere qualificato. Si tratta delle cosiddette misure compensative: per adempiere a tale richiesta occorre scegliere tra una prova attitudinale o un tirocinio di adattamento (che può durare fino a tre anni)».

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