Rimborsi alle Asl, in Puglia i farmacisti dovranno pagare

I farmacisti della Asl di Taranto dovranno rimborsare alla stessa azienda sanitaria la differenza tra lo sconto praticato sui medicinali e le somme stabilite dalla Regione Puglia. A deciderlo è stata una sentenza arrivata alla metà di dicembre 2015, pronunciata dal Tar di Lecce, che era stato sollecitato da un ricorso avanzato da Federfarma nei confronti sia della Asl che dell’amministrazione regionale.
La questione va avanti da tempo e, come riferito da FarmaciaVirtuale.it, coinvolge tutte le province. «Alcuni farmacisti – spiega il Quotidiano di Puglia sul proprio sito internet – hanno già deciso di pagare somme rilevanti. La Regione ha contestato infatti ai titolari delle 1.200 farmacie pugliesi un calcolo errato sugli sconti applicati alle Asl. Da qui la richiesta di restituzione delle somme non versate a partire dal 2001, e sino al 2011, per un importo che si aggira attorno ai dieci milioni di euro».
Il tutto si è prodotto a causa del fatto che la regione, nel 2001, indicò il prezzo di riferimento dei farmaci, «determinato in base al costo più basso tra tutti i medicinali equivalenti. Successivamente la normativa nazionale ha stabilito che lo sconto non può essere riconosciuto in base a questo prezzo al ribasso, ma sul prezzo di vendita al pubblico, al netto dell’imposizione Iva». I giudici amministrativi, in ogni caso, hanno «riconosciuto la buona fede dei farmacisti», sottolineando anche l’esistenza di «obiettive incertezze nella ricostruzione del quadro normativo di riferimento».
Il Tar ha dunque disposto che i rimborsi dovranno essere effettuati, ma ha anche specificato che gli interessi saranno calcolati solo a partire da dicembre dello scorso anno (2014) e non dal 2001. Dunque i titolari dovranno pagare, ma cifre inferiori a quelle immaginate inizialmente. Occorrerà, inoltre, verificare se qualcuno vorrà proseguire la battaglia legale, chiedendo un pronunciamento anche da parte del Consiglio di Stato.