legge stabilita lettieriSenza risorse certe, deroga ai tetti di spesa, vincoli alle Regioni e assunzioni legate ai fabbisogni reali di ogni ospedale in relazione a tutte le categorie di operatori, non si va da nessuna parte. Il governo presenta, ritira e ripresenta emendamenti sulla sanità come se stesse giocando alla roulette russa. Peccato che quando la posta in gioco è il diritto alla salute dei cittadini, la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza, la qualità del lavoro degli operatori sanitari e anche le prospettive occupazionali di migliaia di persone, non si possa giocare a “se la va, la spacca”.
Questo secondo emendamento alla legge di Stabilità non sembra migliore del primo, anzi sembra una brutta copia che lascia irrisolte le criticità principali, a partire dalla necessità di far fronte all’adeguamento degli organici negli ospedali con l’entrata in vigore dell’orario di lavoro europeo, che mette la parola fine ai turni di lavoro in deroga alla legge. Lo sblocco del turn over così come annunciato dal governo, per la seconda volta, rischia di diventare un bluff senza risorse aggiuntive certe e adeguate. Risorse lasciate questa volta – abbandonato il campo minato della ipotetica riduzione della medicina difensiva – nel limbo, altrettanto minato e vago, di non meglio precisati risparmi, derivanti da non si sa quali voci e realizzati in quali tempi, che le Regioni sarebbero chiamate ad effettuare.
Come pure resta incomprensibile in che modo si potrà rispondere ai reali fabbisogni degli ospedali territoriali con un numero risicato di assunzioni, molte delle quali – ammesso che le Regioni di riferimento trovino le risorse – saranno il frutto di rapporti di lavoro precari già in essere. Assunzioni, oltretutto, riservate solo ad alcune categorie, cioè a medici e infermieri, come se in un ospedale non ci potesse essere carenza anche di altre figure determinanti per il miglior funzionamento della struttura e per assicurare servizi efficienti ed efficaci.
Considerato, dunque, il contesto, mi auguro vivamente che le parole del collega Gelli in ordine al fatto che il suo ddl sulla responsabilità professionale sarà legge in primavera, trovino poi pieno riscontro nella realtà”.

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