Il presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, l’aveva annunciato qualche settimana fa a FarmaciaVirtuale.it e l’impegno è stato mantenuto: senza oneri contributivi a carico degli iscritti, il periodo massimo per poter beneficiare della riduzione contributiva o del contributo di solidarietà in caso di disoccupazione temporanea e involontaria è passato da 5 a 7 anni. Un aiuto concreto per i tanti colleghi che dopo questi anni di crisi del settore ora si trovano in situazione di difficoltà. La disposizione, che per diventare effettiva ha bisogno del via libera ministeriale, rientra tra le misure adottate dal Consiglio nazionale dell’ente previdenziale, che su proposta del suo Consiglio di amministrazione ha approvato, all’unanimità, il bilancio di previsione 2016, il bilancio tecnico al 31 dicembre 2014, la modifica all’art. 21 del Regolamento e il nuovo Regolamento di assistenza.
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Quest’ultimo è scaturito dai lavori di una commissione nominata dal Cda e introduce il tema del “welfare allargato”, tra cui l’assistenza sanitaria integrativa e la cosiddetta “long term care”, rivolti a tutti gli iscritti indipendentemente dalla condizione di bisogno richiesta generalmente per le prestazioni assistenziali. Il Regolamento di assistenza, che introduce importanti novità, per entrare in vigore dovrà prima ottenere l’approvazione da parte dei ministeri vigilanti, ma Croce intanto non nasconde la sua soddisfazione per i risultati raggiunti. «Nell’arco di soli 4 mesi, con l’estate – commenta il presidente dell’Enpaf –, è stato compiuto un lavoro intenso che si è proficuamente articolato grazie all’impegno profuso dai componenti le commissioni e dai tecnici. Anche a nome del Consiglio di amministrazione, esprimo un particolare ringraziamento al Consiglio nazionale che ha apprezzato e condiviso il lavoro presentato. Mi permetto soltanto di precisare che l’ente era, è, e sarà sempre presente rispetto ai bisogni e le nuove esigenze degli iscritti».
Nel corso delle sedute si è parlato anche dell’ipotesi di riforma della previdenza dei farmacisti, frutto dei lavori della commissione appositamente istituita e coordinata dal professor Alberto Brambilla, che ne ha illustrato i contenuti. Una questione di cui si dibatte ormai da tempo e che diventa tanto più attuale alla luce delle misure contenute nel ddl concorrenza in corso di approvazione in Parlamento, in primis l’ingresso dei capitali, che potrebbero ridisegnare il settore. «Siamo convinti – conclude Croce – che ora, se la professione intende realizzare la riforma della previdenza, è necessario che esprima, nelle sue componenti, le proprie posizioni senza se e senza ma, anche alla luce della possibile evoluzione normativa nel settore con l’introduzione delle società di capitali. Quello che è certo è che l’ente ha la forza e la capacità di dare risposte complessive e concrete, come ha dimostrato l’apprezzamento unanime del Consiglio nazionale, tenuto per di più conto che, proprio nel Regolamento di assistenza, al di là del progetto di riforma previdenziale, vi sono tutte le risposte anche per soddisfare le situazioni di bisogno economico per gli iscritti che svolgono attività di lavoro precario».
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