Si è tenuto mercoledì 25 novembre 2015 il Consiglio nazionale dell’Enpaf, il primo con all’Ordine del giorno i lavori delle due Commissioni che avevano il compito di elaborare una proposta di riforma dell’assetto previdenziale e assistenziale della categoria. «Il Consiglio – spiega il vicepresidente della FOFI, Luigi D’Ambrosio Lettieri – ha modificato l’articolo 21 del regolamento, portando da cinque a sette anni il periodo di disoccupazione massimo per continuare a beneficiare del contributo ridotto del’85% o del contributo di solidarietà. Si tratta certamente di un segnale di attenzione ai problemi della categoria, per cui esprimo apprezzamento. Il provvedimento evidenzia l’attenzione rinnovata che il CdA ha inteso destinare alle pressanti sollecitazioni e alle proposte del Consiglio Nazionale, che da tempo richiedeva l’avvio di una riforma organica del sistema previdenziale e assistenziale della categoria. Abbiamo imboccato la strada giusta, anche se permangono numerose perplessità in ordine ad aspetti procedurali, nonché alla sostenibilità e all’equità della proposta del regolamento di previdenza».
Nel corso del mese di settembre, lo stesso D’Ambrosio Lettieri aveva chiesto espressamente una modifica dell’articolo 21, sottolineando la necessità di ripensare complessivamente le politiche previdenziali, in relazione a costi e coperture e di sostenere anche un nuovo progetto di solidarietà che guardasse anche alla situazione dei giovani farmacisti che seguono ancora percorsi formativi e stage, non producendo reddito. «Prendo atto – ha aggiunto il dirigente della FOFI con soddisfazione che questi argomenti sono entrati stabilmente nel dibattito in corso e sono stati in parte recepiti nelle iniziative dei vertici dell’Enpaf. È necessario e indifferibile un impegno congiunto della professione e dei suoi rappresentanti, per arrivare ad una proposta organica di riforma della previdenza di categoria. Governare i difficili tempi della crisi vuol dire, infatti, progettare ed avviare un radicale cambiamento nelle politiche del comparto, ricollocando la farmacia nelle logiche del mercato globalizzato e nella consapevolezza che occorre dare una risposta efficace e concreta alla platea sempre più estesa di farmacisti che, trovandosi in una temporanea condizione di indigenza economica, non sono in condizione di sostenere i costi dell’iscrizione all’Ente di previdenza».
«In un momento in cui tutto il Paese è chiamato a reagire a una situazione di grande difficoltà, in particolare pensando alle generazioni più giovani, queste decisioni rappresentano un motivo di soddisfazione», gli ha fatto eco il presidente della FOFI, Andrea Mandelli.
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