«Con questa legge di stabilità il governo decreta la fine del modello universalistico, spostando sui cittadini incolpevoli il peso della propria incapacità a realizzare una nuova governance della sanità italiana che punti, da una parte, ad ottimizzare le risorse tagliando la spesa improduttiva e utilizzando strumenti credibili per la lotta alla corruzione; dall’altra, a garantire i livelli essenziali di assistenza in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale». Con queste parole il senatore di Forza Italia, Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, si è scagliato contro il testo della legge di Stabilità predisposto dal governo Renzi.
«Nel corso delle audizioni preliminari nelle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato – ha aggiunto – sono emerse chiaramente tutte le contraddizioni e, soprattutto, il vuoto pneumatico dell’azione di rilancio del Paese di questo governo». Il senatore ha quindi ricordato i rilievi mossi dalla Corte dei Conti: «Anche la magistratura contabile sottolinea che la manovra in deficit lascia nodi irrisolti e ipoteche sull’immediato futuro. E gli estensori del parere tecnico del servizio Bilancio di Camera e Senato lo certificano. Renzi dovrà spiegare ai cittadini come pensa di fare (dopo aver trattato il fondo sanitario nazionale come una specie di bancomat cui attinge a piene mani anche per il 2016, sottraendo altri 2 miliardi e mezzo dal budget destinato alle Regioni, cui si chiedono risparmi complessivi nel prossimo triennio per oltre 17 miliardi) di fronte alla legittima domanda di salute che deve necessariamente, come peraltro messo nero su bianco nel Patto per la Salute, trovare risposte nell’utilizzo di farmaci innovativi, nella realizzazione di un serio ed efficace piano vaccinale, nella prevenzione, nei nuovi Lea, nell’adeguamento degli organici e dei contratti».
Quindi il senatore ricorda le cifre relative ai tagli previsti e conclude: «Questo è un attacco vero e proprio al sistema sanitario nazionale con una forte matrice destabilizzante rispetto alla capacità delle Regioni di garantire i livelli essenziali di assistenza. Il risultato sarà un gioco a rimpiattino di responsabilità e un gioco al massacro sulla pelle dei cittadini». Dello stesso avviso un altro senatore di Fi, il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, che parlando al TG5 ha spiegato che «con i tagli ai trasferimenti agli enti locali le conseguenze sono chiare: più tasse e meno servizi ai cittadini. Se Renzi vuole divertirsi nel braccio di ferro con le Regioni, tenga anche presente che sarà l’unico a ridere, perché gli italiani si rallegreranno molto meno».
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