Tra i 1.316 emendamenti presentati al disegno di legge sulla concorrenza, resi noti ieri, compare anche la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C. Una misura che era stata esclusa dalla prima stesura, con la soddisfazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che parlava di «vittoria dei cittadini». Di parere opposto la sua omologa allo Sviluppo economico Federica Guidi, che a fine marzo auspicava che il Parlamento potesse «migliorare il testo», affermando: «Credo che un farmacista possa erogare lo stesso servizio a tutela della salute sia in un punto della Gdo sia in una farmacia».
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110 gli emendamenti che riguardano il settore della sanità: 87 quelli dichiarati ammissibili dalle commissioni Finanze e Attività produttive. Tra di loro, più di uno chiede di estendere anche alle parafarmacie il diritto di «effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci di cui all’articolo 8, comma 10, lettera c), della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni», vale a dire i farmaci di fascia C. A portare avanti questa istanza sono esponenti di diversi schieramenti: dal Partito Democratico (Marco Di Stefano e Renzo Carella) a Scelta Civica (Adriana Galgano e Giulio Cesare Sottanelli), passando per SEL (Lara Ricciatti, Giovanni Paglia, Francesco Ferrara, Marisa Nicchi, Serena Pellegrino) e il Movimento 5 Stelle (Silvia Giordano, Giulia Grillo, Marialucia Lorefice, Matteo Mantero, Massimo Enrico Baroni, Giulia Di Vita, Marco da Villa e Daniele Pesco).
L’iter, è bene precisarlo, è ancora lungo: il disegno di legge non approderà in Aula prima di settembre. Ma esprime già soddisfazione Agnese Antonaci, vice presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e componente della Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane. La lettura degli emendamenti, dichiara, «evidenzia una realtà: maggioranza e opposizione vogliono la liberalizzazione dei farmaci di fascia C». «Non si può più far finta di niente – continua – ed è necessario tradurre questa volontà in legge. La liberalizzazione dei farmaci di fascia C è richiesta dai consumatori, dai professionisti e perfino da organismi importanti come il Fondo Monetario Internazionale». La nota diffusa dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti si conclude con un appello: «Il governo colga al volo questa possibilità di creare 5000 nuovi posti di lavoro, 3000/3500 nuove aziende, risparmi per 500 milioni l’anno e 700 di nuovi investimenti. Il Ddl Concorrenza è una tessera importante di quel mosaico che per l’Italia si chiama “crescita economica”, depotenziarlo per ascoltare i veti minoritari dei portatori d’interessi corporativi sarebbe un grave errore».
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