credifarmaIl Consiglio delle Regioni di Federfarma ha ratificato lo scorso 5 giugno 2015 la designazione di Michele Di Iorio a ricoprire la carica di presidente di Credifarma, approvando la scelta ad ampia maggioranza. Il nome del presidente di Federfarma Campania e Napoli era stato indicato il 21 maggio dal Consiglio di presidenza dell’associazione di categoria. Lo stesso Di Iorio aveva sottolineato come la designazione fosse ancora in attesa dell’approvazione da parte del Consiglio delle Regioni (che è appunto arrivata), nonché del via libera definitivo da parte dell’Assemblea (che si riunirà il prossimo 24 giugno per completare l’iter di nomina).
Assieme a quella del numero uno della federazione campana, è stato concesso il via libera anche alle candidature di chi dovrà ricoprire il ruolo di consigliere di amministrazione dell’istituto finanziario: si tratta di Dante Baldini, Rossano Brescia, Vincenzo Defilippo, Claudio Miceli, Alfredo Procaccini e Giancarlo Visini. Assieme a loro, sono stati indicati i nomi di Silvio Tirdi per la presidenza del collegio sindacale e quello di Giorgio Congiu in qualità di componente supplente dello stesso organismo.
Di Iorio non ha mai nascosto le difficoltà legate al nuovo incarico. Il 16 aprile 2015 la finanziaria delle farmacie ha ricevuto infatti l’ok ad un piano di riqualificazione da parte dei suoi tre azionisti: Federfarma, Unicredit e Bnl. Nell’ambito di tale accordo, si è deciso anche di procedere alla cessione del ramo d’azienda che si occupa della gestione dei crediti a medio e lungo termine erogati ai titolari: per esso è stato previsto il trasferimento alle due banche socie. Sono stati inoltre disposti il prepensionamento di 5 dipendenti nonché l’incentivazione all’uscita di altri 5 (su un totale di 60 lavoratori attivi). Grazie a tali manovre gli azionisti puntano a ristabilire il Tier-1 Capital ratio (indicatore della capitalizzazione di un istituto finanziario, ovvero della sua affidabilità e della capacità di resistere ad eventuali «shock» nei mercati) che al momento dell’ultima assemblea dei soci risultava pari al 5,3%, contro un valore minimo imposto da Banca d’Italia del 6%.

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