Il sottosegretario del governo Renzi, Vito De Filippo, ha risposto il 20 maggio 2015 ad un’interrogazione avanzata dal parlamentare Cosimo Latronico, che chiedeva delucidazioni riguardanti il processo di dematerializzazione della ricetta medica per i farmaci a carico del SSN. In particolare, il deputato ha ricordato che la legge italiana ha fissato dal 2012 l’inderogabile introduzione della ricetta medica elettronica e quindi l’avvio di un sistema di erogazione del farmaco dematerializzato. Ha quindi sottolineato come un decreto legislativo di recepimento di una direttiva europea del 2011 abbia introdotto una disciplina ad hoc finalizzata impedire l’ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale, e che la sua attuazione prevede l’introduzione della codifica diretta dell’astuccio farmaceutico.
Latronico ha quindi constatato che «sia pure a rilento», le regioni si stanno adeguando al processo di dematerializzazione e che il ministero ha introdotto un terzo codice di sicurezza (datamatrix). Questo però, secondo il deputato, non risolve i problemi derivanti dal fatto che il bollino non può essere più apposto sulla ricetta: per questo lo stesso Latronico si è rivolto al governo chiedendo come intenda risolvere i problemi evidenziati.
De Filippo ha risposto che il decreto governativo del 30 maggio 2014, «definisce le regole tecniche per la produzione e la lettura ottica del bollino farmaceutico, ai fini dell’individuazione di ogni singola confezione di medicinale». Conseguentemente, «tutti i bollini presenti sulle confezioni di medicinali immessi in commercio in Italia riportano un numero di identificazione univoco e non ripetibile per almeno sei anni». Il sottosegretario ha poi spiegato che la norma «continua a prevedere la modalità di distacco dello strato superiore del bollino nel solo caso di prescrizione presentata sulla ricetta del SSN». E ha ricordato che l’Italia, disponendo del bollino farmaceutico di sicurezza, che assicura l’identificazione univoca delle confezioni di medicinali, nonché di un sistema di tracciabilità che consente il monitoraggio delle stesse confezioni lungo l’intera filiera distributiva, è tra i Paesi europei che hanno in vigore già un sistema nazionale.
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