Con il nuovo anno partono i controlli dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone per verificare il rispetto delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione e di compatibilità degli incarichi negli ordini professionali, ai quali sono state estese con una delibera dell’Authority di ottobre. Come FarmaciaVirtuale.it ha già raccontato ai lettori (si leggano questo e questo), gli ordini sono quindi tenuti a rendere pubblica una serie di informazioni che li riguardano, nonché a predisporre un Piano triennale di prevenzione della corruzione e un Piano triennale sulla trasparenza. Inoltre, si è aperta la questione sulla cumulabilità delle cariche, su cui in particolare il Movimento 5 Stelle ha puntato il dito perché alcuni parlamentari ricoprono anche ruoli apicali negli ordini; per quel che riguarda la farmacia, come è noto sia il presidente della Federazione degli ordini, Andrea Mandelli, che il vicepresidente di Fofi e presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Barletta-Andria-Trani, Luigi D’Ambrosio Lettieri, sono senatori in quota Fi-Pdl. Se da una parte pende l’incognita sul futuro dei vertici della federazione, dall’altra l’ente è corso ai ripari e nella sezione “Amministrazione Trasparente” del proprio sito istituzionale ha pubblicizzato le cariche, i bandi, gli incarichi, così come il costo complessivo dei dipendenti, che ammonta a un milione quattrocentocinquantamila euro per un personale composto da un dirigente di prima fascia (il direttore generale), un dirigente di seconda fascia e 14 impiegati di Area C. Il Comitato centrale di Fofi ha inoltre approvato il 15 dicembre il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2015-2017 e il Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2015-2017. Responsabile sia della trasparenza che della prevenzione della corruzione è Ferdinando Foglia, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Caserta e componente del Comitato centrale di Fofi. L’obiettivo dichiarato è avviare un graduale processo di pubblicazione dei dati riguardanti l’ente, in particolare sul sito Internet della federazione. Il Piano per la prevenzione della corruzione individua le aree a rischio corruzione, comuni e obbligatorie per tutte le amministrazioni, che riguardano ambiti quali il reclutamento del personale, le progressioni di carriera, il conferimento di incarichi di collaborazione, l’affidamento di lavori, servizi e forniture. Il piano prevede un programma di formazione in tema di prevenzione della corruzione, da gestire con il ricorso a una persona esterna qualificata, e riconosce la rotazione del personale addetto alle attività a più elevato rischio di corruzione come «una misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione della corruzione»; Fofì afferma al proposito che «la struttura degli uffici federali è da sempre ispirata al criterio della piena fungibilità tra il personale, che è addetto alle diverse funzioni in modo interscambiabile». Si prevede poi che il responsabile della prevenzione della corruzione sia incaricato di predisporre i regolamenti per disciplinare gli incarichi non consentiti ai dipendenti e di presentarli al Comitato centrale per la loro adozione. Quest’ultimo, tramite il responsabile della prevenzione, verifica inoltre la sussistenza di eventuali situazioni di conflitto d’interesse o cause che impediscano il conferimento di un incarico dirigenziale. Il dipendente deve infatti informare per scritto il responsabile della prevenzione della corruzione di tutti i rapporti diretti o indiretti di collaborazione con soggetti privati che abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto rapporti di collaborazione, e se tali rapporti siano intercorsi con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti alle pratiche a lui affidate. Il dipendente si deve infatti astenere dal prendere decisioni o svolgere attività in situazioni di conflitto, anche potenziale, con interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto di interessi riguarda anche gli ex dipendenti, che non possono per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto avere incarichi da soggetti economici con cui hanno trattato per conto dell’amministrazione. Una situazione da esplicitare anche come condizione di esclusione nei bandi di gara per gli affidamenti ai privati. Ogni possibile violazione va segnalata, e il dipendente che riveli illeciti, compresi i casi di corruzione, è tutelato dal diritto alla riservatezza.
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