Il prossimo 15 dicembre i celebrerà la 41° Assemblea Generale di Assofarm e con essa terminerà la mia presidenza dell’associazione, che insieme ad altri ho contribuito a creare nel 1997. In vista di tale data, Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, ha pubblicato una sua missiva sul portale federale. Il dirigente scrive che «i sentimenti che sto provando in questi giorni credo siano facilmente immaginabili. In questi venticinque anni di lavoro, la nostra Federazione è stata sempre il mio orgoglio, il mio travaglio, una parte importante della mia vita. In questo mio ultimo editoriale vorrei però ripercorrere le tappe della storia di Assofarm. Che, grazie a tutti noi, è una storia di successo».

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Dalla nascita al consolidamento di Assofarm. Gizzi ha ricordato che «Assofarm nasce dalla fusione di due distinte associazioni di farmacie comunali. Una di esse, Fianclaff, versava in condizioni economiche quantomai critiche e io ero stato nominato suo presidente con l’obiettivo di liquidarla. L’altra, Publifarm, rappresentava le aziende più grandi che gestivano farmacie comunali e che erano precedentemente uscite da Fianclaff non condividendo le scelte gestionali della medesima, e al suo vertice c’era il nostro segretario generale Francesco Schito. Decidemmo ben presto di unire le nostre poche forze in una scommessa alla quale allora credevamo solo noi. In una sede di fortuna ricavata all’interno del famoso Palazzo Cispel di via Cavour, iniziammo lentamente a risanare le condizioni debitorie del passato e ci impegnammo nel recupero di tante aziende farmaceutiche comunali che negli anni passati avevano lasciato la federazione di rappresentanza precedente. Riducemmo di due terzi le quote associative, lanciando così un chiaro segnale sulle nostre intenzioni: volevamo costituire un soggetto politico serio, non certo l’ennesimo centro di costi e di sperperi».

L’attività di Assofarm nel corso degli anni. Come osservato da Gizzi «nulla all’inizio fu facile. Fu difficile recuperare la fiducia delle farmacie comunali. Fu difficilissimo farci riconoscere da politica ed istituzioni, ed essere, conseguentemente, ammessi ai tavoli istituzionali della filiera. La rimonta da questa situazione di partenza è stata essenzialmente costituita da due elementi: la qualità dei nostri programmi politici, e la rappresentatività del nostro settore. Ma il risultato politico di maggior peso della mia presidenza è stato un altro. Nel corso degli anni le farmacie comunali hanno via via compreso come la nostra Federazione stesse riuscendo nel difficile intento di evitare che le nostre aziende rientrassero nei piani di privatizzazioni in atto in quegli anni. Sto parlando di anni in cui c’era già stata la privatizzazione di importanti aziende quali, tra le altre, quelle di Bologna e Milano, realizzate da sindaci di differenti colori politici, cedute ad importanti multinazionali del settore. Anni in cui il tema era veramente all’ordine del giorno (vale la pena di ricordare che la nostra dismissione era citata perfino nella famosa lettera di risposta alla Bce da parte del Governo Berlusconi)».

Il contributo di Assofarm all’intelligenza collettiva. Come osservato da Gizzi, «tutto questo oggi è un lontano ricordo. Pur rimanendo la possibilità per i primi cittadini di cedere la gestione delle proprie farmacie, appare evidente che la quasi totalità di essi ha compreso l’importanza strategica di possedere le farmacie comunali per l’alto servizio sociale che esse svolgono. Non credo di peccare poi di arroganza se affermo che in questi venticinque anni davvero molti dei temi più innovativi che hanno attraversato la farmacia italiana, arrivano proprio da noi. La nuova remunerazione del farmacista, la pharmaceutical care e la presa in carico del paziente, una maggiore integrazione con gli altri servizi sanitari territoriali, sono tutte proposte che hanno Assofarm come marchio di fabbrica. Al tempo stesso, dicevo poc’anzi, Assofarm ha sempre lavorato per ampliare la propria base associativa, creando un circolo virtuoso tra servizi che spingono le farmacie ad associarsi alla Federazione, e una crescente rappresentatività che porta la Federazione stessa ad avere maggiore peso specifico nei negoziati istituzionali». Secondo Gizzi, si tratta di «un soggetto quindi le cui ottime idee lo hanno fatto essere più importante di quel 10% circa di quota di mercato tra le farmacie territoriali. Una Federazione però che ha prodotto alto pensiero grazie anche all’intelligenza collettiva nata dalla partecipazione attiva di ogni sua associata».

Quale sarà il futuro della farmacia. Gizzi ha osservato che «oggi, la nuova remunerazione del farmacista sembra essere avviata ma certamente non realizzata. In diversi contesti territoriali assistiamo ad esperienze sperimentali della Farmacia dei servizi. L’integrazione tra farmacia e future case della salute è una questione ancora da definire sotto molti aspetti. In sostanza, la maggior parte delle grandi battaglie avviate da Assofarm durante la mia presidenza, oggi non sono ancora state vinte. Ma siamo riusciti ad avviarle e possiamo impegnarci in esse con spirito realisticamente ottimista. Uno stato d’animo che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile. Certo, tutto ciò è stato possibile perché tutta la sanità italiana dopo la Pandemia non è più stata la stessa, ma è altrettanto vero che noi siamo arrivati a questo appuntamento forti di una reputazione politica adeguata ad affrontare da protagonisti tutti i tavoli negoziali nazionali e regionali».

Assofarm organizzazione patrimonializzata. Dunque, la presa d’atto di Gizzi. «So bene di non essere l’unico padre di questa magnifica federazione. Assofarm è quello che è oggi proprio perché ha goduto dell’impegno di tanti. So però di essere, insieme al segretario generale Francesco Schito, il padre più anziano di Assofarm. E l’orgoglio più grande che può avere un padre è quello di aver cresciuto un figlio abbastanza forte e solido da poter affrontare il mondo da solo. Oggi Assofarm è un’organizzazione fortemente patrimonializzata, con uno dei bilanci più in salute tra le associazioni di rappresentanza politico-istituzionale. È un soggetto politico solido, ben strutturato nelle sue dinamiche interne e ottimamente posizionato nel dibattito nazionale».

Il futuro di Assofarm. Quanto al futuro di Assofarm, secondo Gizzi essa «saprà certamente generare un nuovo Presidente all’altezza delle sfide che lo attendono. Sarà così anche perché ad esso certamente non mancherà il sostegno della struttura professionale e della base politica della Federazione. In bocca al lupo, quindi, cara Assofarm e cari amici che di Assofarm siete mani, cuore e mente. Vi aspetta un futuro ricco sfide e soddisfazioni. E non vi mancherà mai il mio contributo».

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