Titolari di farmacie, medici e associazioni del settore sono divisi tra chi ne enfatizza i vantaggi e chi sottolinea invece le criticità e che il contesto non è ancora pronto ad accoglierla. La ricetta elettronica continua ad animare il dibattito, anche sui media, si prenda ad esempio il servizio mandato in onda da Le Iene qualche mese fa, in polemica coi ritardi nell’introduzione rispetto a quanto annunciato dall’ex ministro della Salute Renato Balduzzi, che aveva parlato di un’entrata a regime nel settembre 2012. Per fare un po’ di chiarezza, abbiamo chiesto un parere a Giovanni Petrosillo di Promofarma Italia.
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Quali sono le principali difficoltà a cui si sta andando incontro e che vedono il rallentamento nell’introduzione della ricetta elettronica?
Intanto, la situazione è molto eterogenea; ci sono Regioni che sono partite già da tempo, e altre che non hanno neanche ancora avviato i contatti con le associazioni di settore. Il primo problema è capire il sistema; molte Regioni non hanno ancora ben messo a fuoco le diverse fasi. Una volta che cominciano, i problemi sono di ordine tecnico, di operatività del Sar, il Sistema di accoglienza regionale, e del Sac, di accoglienza centrale. Dal punto di vista operativo, tutto è più semplice col Sac, tant’è vero che le Regioni che son partite, anche se più tardi di altre, stanno accelerando perché funziona. Sul fronte del Sar invece qualche problema c’è, dal punto di vista dell’impatto sui sistemi; come in Puglia, che ha un sistema Sar più pesante rispetto al Molise, dove c’è il Sac. Il Sar ha dei filtri e delle barriere in conseguenza dei quali l’accessibilità è più complicata e lenta, e ciò va a sfavore dell’operatività del farmacista, e rende anche più complesso intervenire sul software. Col Sac, invece, ci si logga con le stesse credenziali come da articolo 50 e si è già dentro.
Un altro problema riguarda poi la connessione ad Internet; dove non c’è la banda larga la gestione della ricetta elettronica sarà difficile. E un’altra criticità ancora interessa il bollino: non è stato specificato a livello nazionale cosa farne.
La Federazione medici medicina generale si è dimostrata piuttosto scettica sull’introduzione della ricetta elettronica e prevede il lancio effettivo non prima di 3 anni. Sono date reali?
Ora si va a rilento perché si stanno risolvendo problemi anche grossi a livello territoriale, ma una volta che si risolvono tali colli di bottiglia prevedo che ci sarà un’accelerazione e un’estensione rapida. Sicuramente quest’anno non si raggiungerà l’obiettivo fissato dall’agenda digitale del governo Monti del 60% delle prescrizioni dematerializzate. Ritengo che col 2015 però potremo essere a regime; ancora un anno, un anno e mezzo, e raggiungeremo l’obiettivo del 90%.
I farmacisti sono pronti per poter implementare la ricetta elettronica?
Dal punto di vista tecnologico, le farmacie che si trovano in Regioni in cui c’è il Sac dovrebbero essere a posto; c’è bisogno di piccole modifiche tecnologiche per cui le software house sono già pronte. Per le farmacie in Regioni in cui c’è il Sar invece è diverso, ci possono volere aggiornamenti specifici di software più invasivi, come nel caso della Lombardia.
Il paziente quindi andrà in farmacia con la sola tessera sanitaria?
Il paziente va dal medico per farsi fare la ricetta e gli viene dato un promemoria cartaceo con tutti i riferimenti necessari. Questo perché se quando raggiunge la farmacia dovessero esserci problemi di collegamento Internet o di sistema, deve essergli garantita la possibilità di ritirare comunque i farmaci.
La connessione a Internet farà dunque massa critica per le farmacie?
Sarà un punto nodale anche per il medico, che deve fare le ricette. Medici e farmacisti di territori dove la connessione è lenta saranno gli ultimi a partire e continueranno ad andare avanti con la ricetta rossa, che in ogni caso non sparirà, dato che il medico si può trovare a dover fare delle ricette anche quando non ha il pc con sé. Sarà compito in particolare delle associazioni tutelare questi medici e farmacisti delle zone non coperte.
Si diceva della necessità di garantire al cittadino la possibilità di ritirare comunque i farmaci anche in assenza di rete; è prevista un’operatività anche in caso di disconnessione da Internet?
Si userà il promemoria come ricetta; quando la connessione si ristabilisce, il farmacista, anche la sera o il giorno dopo, in modo asincrono, caricherà la ricetta in un secondo momento.
In pratica, quali saranno gli adempimenti a carico delle farmacie per essere pronte all’introduzione della ricetta elettronica?
Con le associazioni si stabiliscono le farmacie in cui avviare la sperimentazione, e ci sarà quindi l’intervento delle software house per l’integrazione del gestionale delle farmacie. Dopo di ciò, il farmacista lavorerà il promemoria come una normale ricetta.
E se il medico sbaglia la ricetta, nel caso di ricetta elettronica?
Se è il medico stesso ad accorgersi di aver sbagliato, può annullare la ricetta. Non può correggerla, solo farne una nuova. Se ce ne si accorge in farmacia, il farmacista non può fare nulla, quindi occorrerà ritornare dal medico. Se è invece il farmacista a sbagliare nell’erogazione, lui stesso potrà entrare nel sistema e correggere il farmaco che è stato erogato inserendo il farmaco giusto.
Dove deve essere incollata la fustella?
Siccome non ci sono indicazioni a livello centrale, dipende dalla disposizione regionale: a seconda dei casi, può dover essere messa su fogli ad hoc, sul promemoria, oppure sulla ricetta rossa. Al momento sono sistemi temporanei, in attesa di indicazioni nazionali a fine sperimentazione.
La ricetta elettronica consentirà la totale dematerializzazione della carta?
Ora si sta testando un sistema nuovo, perciò si sta usando il promemoria come garanzia del cittadino, ma in ogni caso è difficile che venga abolito, per ovviare al temporaneo malfunzionamento della linea Internet o del sistema regionale o centrale.
Come si stabiliranno le regole della gestione della carta?
Per decreto sono già escluse le ricette elettroniche nel caso di farmaci del dolore, che sono assoggettate al registro carico-scarico e vanno quindi su carta. Altre casistiche dipendono invece dal medico, se fa una visita urgente a casa del paziente ovviamente non potrà stampare un promemoria e dovrà avere con sé il libretto cartaceo delle ricette. Idem se temporaneamente non è disponibile il sistema centrale o il computer del medico è fuori rete.
È ipotizzabile che il paziente possa entrare in farmacia senza ricetta?
Per questa fase di sperimentazione si è senza ricetta, ma si deve comunque avere un promemoria; per il futuro non si può sapere, tutto dipenderà dal progresso della tecnologia.
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