ricetta elettronicaLa ricetta elettronica è una novità costruita su un sistema che «appare lineare» e «efficace negli obiettivi». Esso, infatti, «dispone in tempo reale delle prescrizioni a carico del SSN; lo studio del medico non viene più frequentato da persone che arrivano per ritirare mazzi di ricette approfittando spesso per parlare comunque con il medico; il farmacista è in grado di accedere online alla ricetta; il paziente, soprattutto, può recarsi direttamente nella farmacia di sua scelta a ritirare un farmaco prescritto elettronicamente. Sembrerebbero evidenti i vantaggi per tutti. Purtroppo non è così!». Ad affermarlo è Paolo Misericordia, responsabile area ICT della FIMMG (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale) che in un articolo su AgendaDigitale.eu ha spiegato che a rischiare di vanificare tutto è il promemoria cartaceo. «Si tratta – osserva – di un foglietto di carta semplice dove devono essere stampati tutti i dati relativi alla prescrizione elettronica: in altre parole, insieme all’invio online del dato deve essere stampato anche un corrispettivo cartaceo, che deve essere consegnato dal medico al paziente, che a sua volta, per poter ottenere il farmaco, deve consegnarlo al farmacista. La ricetta, apparentemente uscita dalla porta, rientra quindi dalla finestra». Tale promemoria è stato superato solo nella provincia autonoma di Trento, «altrove non si riesce a rimuoverlo. E la permanenza vanifica, sostanzialmente, i possibili vantaggi che si sarebbero dovuti concretizzare per gli utenti. Costringe il paziente a recarsi ancora dal medico anche per le prescrizioni dei farmaci assunti cronicamente, con notevoli perdite di tempo, disagi e rischi che derivano da spostamenti di persone spesso anche molto anziane. Il medico continua ad avere un ambulatorio pieno di pazienti affetti da malattie croniche, che con i loro mille disturbi (che non avrebbero motivato altrimenti una visita) approfittano della presenza in studio per sottoporsi a controlli privi di vere necessità. La stampa del promemoria cartaceo è inoltre onerosa in termini di consumi (milioni di inutili fogli di carta stampati ogni giorno) e di organizzazione».
Il risultato, secondo Misericordia, «è che sia i medici che i pazienti non hanno affatto percepito l’evoluzione del sistema. Si sta perdendo insomma una grande occasione». Infine, il dirigente si chiede il perché di questa resistenza a superare il promemoria: «In un recente questionario i cui risultati sono stati presentati a maggio al Convegno organizzato dall’Osservatorio sulla Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, i medici di medicina generale, oltre ad auspicare il superamento del promemoria (in più dell’85% delle risposte), attribuiscono un maggiore interesse a mantenere la copia cartacea del promemoria al farmacista (43% delle risposte), alle istituzioni sanitarie (30%), al paziente (23%) e allo stesso medico (4%). Certamente il mondo delle farmacie è quello che manifesta meno rammarico rispetto alla permanenza del promemoria; sembrerebbe che i farmacisti desiderino che il promemoria rimanga al fine di mantenere un adeguato supporto per l’affissione delle fustelle. C’è difficoltà a credere che questa possa essere considerata una ragione veramente valida, per privare tutti di tanti vantaggi».

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