ddl lorenzinNel corso della seduta di lunedì 9 ottobre, Mario Marazziti, relatore del disegno di legge Lorenzin ha illustrato i contenuti del provvedimento. Il deputato di Democrazia Solidale – Centro Democratico ha ricordato come l’esame del Ddl al Senato sia stato particolarmente lungo, «oltre due anni» e che il vaglio della commissione Affari sociali della Camera sia durato dal 27 luglio 2016 allo scorso 5 ottobre. Ciò in ragione soprattutto «della complessità del contenuto: il provvedimento in esame, infatti, affronta vari temi di grande rilevanza, dalla sperimentazione clinica dei medicinali al riordino delle professioni sanitarie, vecchie e nuove, oltre a disposizioni concernenti l’esercizio abusivo della professione sanitaria». Tra le novità citate dal parlamentare c’è quella che «ha per oggetto il riordino dei comitati etici, prevedendo l’istituzione presso l’Agenzia italiana del farmaco del Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici territoriali, cui sono attribuite funzioni di indirizzo, di consulenza e di supporto dell’attività dei singoli comitati, nonché di monitoraggio del rispetto dei termini della sperimentazione. Esso non si sostituisce ai comitati etici territoriali, ma contribuisce a dare certezze ai ricercatori e a tutti i soggetti coinvolti nella ricerca, agli investitori, quanto a tempi, modalità, qualità e spesa, rimuovendo incertezze di sistema e disomogeneità». Sul tema del riordino delle professioni sanitarie, Marazziti ha osservato che «la disciplina attualmente in vigore risale all’immediato dopoguerra, quindi mi pare fuori di dubbio l’esigenza di procedere ad un ammodernamento. Alcune istanze di riconoscimento e riorganizzazione risalgono addirittura agli anni Venti del secolo scorso». Quindi ha spiegato che «il dibattito europeo sul ruolo degli ordini è ampio, con orientamenti non convergenti, corrispondenti anche a storie diverse. Direi che lo sforzo fatto è stato quello di andare verso un maggiore consenso verso la loro azione, rafforzandone la funzione pubblicistica attraverso indicazioni in sintonia con il nostro tempo, che indicano la strada per una maggiore partecipazione degli iscritti e democraticità interna, al fine di rafforzare lo stesso ruolo positivo delle rappresentanze». È in questo senso che, secondo il deputato, sono stati introdotti «la possibilità di ricorrere a forme di associazione tra ordini per l’esercizio di funzioni di particolare rilevanza; la composizione del collegio di revisori dei conti; le modalità previste per lo svolgimento delle elezioni degli organi e il quorum per la validità delle elezioni medesime, come pure l’inserimento di un limite al numero dei mandati. Ma una disposizione centrale che vorrei sottolineare è quella che modifica la procedura per l’individuazione e istituzione di nuove professioni sanitarie. Il fine è di assicurare che tale individuazione possa avvenire sulla base di criteri oggettivi, in tempi ragionevolmente certi, con istanza anche dal basso».
Ancora, Marazziti ha spiegato che il Ddl «apporta alcune modifiche alla legge n. 24 del 2017, sulla responsabilità professionale del personale sanitario e l’esercizio abusivo della professione». Il deputato ha poi spiegato di aver «invitato le associazioni dei farmacisti, le parafarmacie e le farmacie a un confronto, perché, qualora lo ritenessero possibile, potesse essere utilizzato questo strumento di legge per cercare di diradare alcune confusioni reali, operative che hanno danneggiato sia operatori nelle farmacie che nelle parafarmacie a seguito di questa unicità italiana, introdotta dalla legge che ha aperto l’esperienza delle parafarmacie, undici anni fa. Ci sono sofferenze da entrambe le parti; gli incontri sono stati positivi, sono state individuate delle linee possibili per un accordo nel futuro che garantisca tutti i punti di sofferenza del sistema, per poi, magari, andare a una chiarificazione, a una separazione dei due percorsi. Ma non mi sembrano maturi i tempi, tutto questo non si è tradotto in emendamenti pervenuti in maniera organica alla Commissione».

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