laurea in farmacia«La Federazione delle Associazioni dei Farmacisti Non Titolari plaude all’inserimento di insegnamenti quali biochimica applicata medica e delle discipline riguardanti l’alimentazione e prodotti dietetici, anche se a nostro avviso dovrebbero essere ulteriormente implementati». È con queste parole che la Conasfa ha commentato la proposta di revisione del piano di studi del corso di laurea in Farmacia messa a punto di recente dalla Conferenza dei Direttori di dipartimento. «Siamo infatti convinti – ha spiegato l’associazione -che serva una formazione universitaria più approfondita sulle categorie di prodotti dove il consiglio del farmacista risulta fondamentale, quindi farmaci di automedicazione ed integratori, così come le medicine complementari (per esempio omeopatia, fiori di Bach), che rappresentano una realtà terapeutica ormai consolidata nel nostro paese».
Secondo la Conasfa, infatti, spero in queste materie «informazioni non corrette ed esaustive dilagano su internet, e il consumatore si affida sempre più spesso ad esse. Riteniamo che per questi settori sia necessario “ripristinare e rafforzare” il consiglio del farmacista». In questo senso, si sottolinea come sia «fondamentale» che l’università fornisca ai futuri colleghi una più mirata ed approfondita conoscenza nel campo della consulenza anche in ambiti come quello dell’automedicazione. Inoltre, la stessa associazione ritiene «necessario sfoltire il numero di crediti riservato alle materie chimiche per privilegiare le materie professionalizzanti. Sarebbe auspicabile un solo laboratorio in ambito di analisi dei farmaci, che preveda conoscenze di base nel campo del riconoscimento dei medicinali e della loro analisi quantitativa (che raramente trova riscontro nella pratica della professione) ed un ampliamento delle esercitazioni in ambito galenico, disciplina le cui competenze rafforzano e caratterizzano la professionalità del farmacista». Secondo la Conasfa è inoltre utile incrementare le nozioni fornite in tema di dermocosmesi, nonché in ambito amministrativo e di marketing. Infine, conclude l’associazione, «la rivisitazione del piano di studi potrebbe rappresentare uno strumento per incrementare le possibilità occupazionali dei nostri giovani laureati ed in tale caso, serve comunque uno sforzo maggiore da chi nella categoria è deputato a questo».

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