Le cifre parlano chiaro, un giovane farmacista ha sempre più difficoltà nel trovare occupazione nei primi mesi post laurea. Contrazione dei fatturati, eccessivo numero di laureati rispetto alla domanda ed abusivismo professionale, probabilmente le cause principali. Il mito del posto sicuro è crollato e centinaia di farmacisti si ritrovano a dover affrontare la dura realtà della ricerca del posto di lavoro.
Abbiamo parlato di giovani farmacisti e mondo del lavoro con il Dr. Marco Russo di Napoli, vicepresidente Agifar Napoli e direttore di farmacia, partito da zero e con la voglia di fare bene il proprio lavoro.
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Marco come pensi che stia andando oggi il settore del lavoro in farmacia? Quale è la principale problematica che i giovani farmacisti sentono sulla loro pelle?
La principale problematica che oggi i giovani farmacisti sentono sulla loro pelle è la mancanza di lavoro sicuro. Da qualche anno a questa parte è effettivamente più difficile riuscirsi ad inserire in tempi brevi nel mondo del lavoro e trovare un posto fisso in farmacia. Dobbiamo chiederci il perchè di ciò e, per coloro che non riescono in nessun modo ad inserirsi, quali potrebbero essero i motivi pratici.
Come è cambiata la farmacia nell’ultimo decennio?
La farmacia è sempre più orientata verso le esigenze del paziente-cliente. Il farmacista oggi non è inteso come puro dispensatore di farmaci, ma introdotto in un contesto ove è necessariamente richiesta una maggiore preparazione e disponibilità per quei servizi che oggi la farmacia si trova ad offire, partendo dai servizi di base, come l’autoanalisi in farmacia, la distribuzione per conto, la distribuzione dei presidi per diabetici.
Anche le recenti modifiche legislative hanno imposto una rivoluzione del modo di lavorare delle farmacie: il concetto di orario della farmacia ha praticamente perso ogni tipo di confine reale. Molte farmacie a Napoli sono aperte per più di 12 ore al giorno. E’ ovvio che il farmacista occupato in quella farmacia dovrà avere una maggiore attitudine ad affrontare orari che non siano necessariamente comodi. Stare un sabato sera in farmacia o la domenica è una delle esigenze che potrebbero avere le farmacie oggi. In pratica il gap che si è creato oggi è che l’offerta non sta andando incontro alla domanda. O meglio, la tipologia dell’offerta lavorativa non è completamente adeguata alla tipologia di domanda.
Cosa hai percepito nella pratica?
La maggior parte dei giovani farmacisti, loro malgrado, spesso non hanno le competenze minime necessarie per poter affrontare un mercato della farmacia diverso rispetto a quello degli anni passati. Dal 2006 ad oggi, ho investito molto nella crescita personale, cercando di seguire le evoluzioni del settore farmaceutico, sviluppando competenze specifiche e migliorando la mia preparazione. Proporzionalmente a questi sforzi è migliorata anche la mia condizione lavorativa.
In pratica il farmacista che cerca lavoro ha spesso a che fare con un sistema che non è unicamente bastato sui prodotti farmaceutici, parliamo di fitoterapia, cosmesi, dermatologia, e tutti i settori “commerciali”. A causa di ciò il farmacista in cerca di lavoro si ritrova in una condizione tale da dover soddisfare una maggiore richiesta di competenze professionali, ciò in funzione delle maggiori esigenze dei pazienti-clienti.
Quale è la soluzione pratica per riuscire a trovare lavoro più facilmente?
Chiarito che laurearsi in farmacia non significa oggi avere il posto in farmacia, i colleghi dovrebbero capire meglio le necessità reali della farmacia. La situazione farmacia oggi è molto delicata, a causa anche dei nuovi concorsi, maggiore concorrenza, minaccia dei grandi capitali, insomma un cambio di mentalità è assolutamente necessario.
Il collega che cerca lavoro deve purtroppo, in questo preciso periodo storico, sperando in tempi migliori, sacrificare parte della propria libertà garantendo una maggiore flessibilità, oltre ad avere una preparazione eccellente. Per flessibilità intendo anche disponibilità a spostarsi lontano da casa, se necessario.
Cosa pensi a riguardo della tutela dei diritti dei farmacisti?
I diritti del lavoratore sono i punti cardine di tutto il buon funzionamento del sistema. In alcune realtà, soprattutto in quelle che probabilmente sfuggono al controllo territoriale, o realtà gestite male di cui poi spesso possiamo leggere sulle pagine della cronaca, alcuni diritti possono essere messi in secondo piano. In tal caso è bene che i colleghi facciano sentire la propria voce per costringere il sistema, partendo dal basso, ad un miglioramento medio delle condizioni e della qualità del lavoro. In pratica, facendo emergere qualsiasi tipo di complessità, utilizzando piattaforme come FarmaciaVirtuale, è possibile raccontare le storie portando all’evidenza ciò che non va.
Cosa consigli quindi ad un giovane farmacista?
Ultraspecializzazione è la parola chiave per poter avere un curriculum vincente e far gola alle farmacie. Il giovane farmacista deve divenire parte attiva del sistema ed essere partecipe al cambiamento, facendo rete, unendo e scambiando competenze tra colleghi, frequentando le opportunità che offre il territorio. Solo coloro che decideranno di mettersi in gioco troveranno lavoro, cresceranno e potranno migliorare la propria posizione lavorativa. Un giovane farmacista che dall’inizio riesce ad impegnarsi e a sfruttare quelle piccole opportunità, avrà modo un giorno di arrivare preparato ad un colloquio di lavoro o ad un concorso e riuscire a gestire meglio la fase di assegnazione e di apertura della farmacia. In ultimo, ma non meno importante, frequentare gli Ordini dei Farmacisti e le Associazioni di farmacisti presenti sul territorio, frequentare le Agifar, l’AISF, frequentare colleghi di tutte le età e soprattutto, non fermarsi mai.
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