social-network«Ogni comportamento che leda la professione e l’immagine dei professionisti attraverso i social sarà punito: la rappresentanza professionale si impegna a essere guida ed esempio per un buon uso dei social network». Ad affermarlo è la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), che è così intervenuta sul tema, puntando il dito in particolare contro «l’infermiere che qualificandosi tale agisce sui social e sul web, magari creando anche un profilo fake, mancando di decoro, di rispetto, usando turpiloquio, rinunciando a ogni possibilità di confronto costruttivo e sereno, parlando senza cognizione di causa sia in merito a evidenze scientifiche sia in merito a una consapevolezza ragionata dei fenomeni di cui discute».

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In casi come questo, infatti, scatteranno delle sanzioni disciplinari. Secondo la FNOPI, infatti, tali comportamenti rischiano di «minare l’immagine di tutta la comunità professionale che ne esce mortificata sul piano etico, deontologico, culturale» e ledere anche «la credibilità politica istituzionale delle rappresentanze nei confronti della società civile, politica, professionale». La federazione quindi ha accusato in modo esplicito: «L’atteggiamento e l’uso improprio di alcuni sono diventati vetrina di una minoranza professionale livorosa, aggressiva e violenta che danneggia tutti». In termini concreti, gli Ordini delle professioni infermieristiche dovranno «dotarsi di una policy (o anche di condividere una netiquette – la buona educazione in rete – con i propri utenti) per poter moderare in modo corretto e trasparente le discussioni generate dai post pubblicati e comprendere che non tutti i contenuti sono adatti a Facebook: le immagini possono trovare spazio su Instagram, i video su Youtube, i posizionamenti istituzionali su Twitter, gli approfondimenti e i documenti ufficiali sul sito istituzionale e così via».

Infine, la FNOPI ricorda che il Codice Deontologico impone di «tenere conto dei valori etici, religiosi e culturali, del genere e delle condizioni sociali della persona», «impegnarsi a cercare il dialogo, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche», «perseguire uno spirito di collaborazione e confronto con i colleghi o con altri professionisti sanitari e non», «riconoscere e valorizzare lo specifico apporto degli altri attori che operano nell’equipe», «tutelare il decoro personale e il proprio nome e salvaguardare il prestigio della professione».

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