vita da farmacistaBuongiorno.

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Sono Daniele Venturi farmacista dipendente.

Esercito da più di 11 anni durante i quali ho conosciuto le diverse sfaccettature della nostra professione, l’ho vista evolvere radicalmente e con essa, le persone che ne fanno parte (colleghi, fornitori, grossisti, rappresentanti ecc..).

Il tanto parlare del mondo farmacia di quest’ultimi giorni, mi”costringe” a dire anche la mia opinione attraverso questa lettera nella quale mi”sfogo” dopo l’aver visto,testimoniato e sentito tante incongruenze.

È con grande piacere che ho visto la FOFI ed altre istituzioni prodigarsi con decisione nel difendere la professione del farmacista ed il”consiglio”del farmacista ma non condivido gli apprezzamenti al numero chiuso delle farmacie ed alla pianta organica

In merito, vorrei presentarVI la mia esperienza e di altri colleghi dipendenti, e sapere la vostra opinione.

Molti titolari di farmacie private “chiedono” al proprio farmacista dipendente, di sfruttare questo “consiglio” per fare le vendite abbinate promuovendo i prodotti con maggior margine.

Inoltre, il tempo dedicato al consiglio professionale deve assolutamente essere congruo con la spesa totale dello scontrino e gli attuali supporti informatici di cui le farmacie sono dotate permettono al titolare di monitorare tutto.

Ora, il farmacista dipendente è ad un bivio:

  • fare il suo lavoro con coscienza e ritrovarsi poi licenziato(i motivi per licenziare le persone oneste si trovano sempre ed alcuni commercialisti in merito sanno consigliare bene) o comunque maltrattato
  • essere accondiscendente con il titolare, subire questa imposizione, riuscendo però, a mantenere il suo lavoro.

Per sfuggire da questo ricatto, secondo me, bisogna dare la possibilità ad un dipendente con passione per questo lavoro, competenza, professionalità (spesso queste tre virtù si trovano nella stessa persona) ed appoggio da parte dei pazienti/cittadini, di aprirsi la sua farmacia ed esercitare con correttezza ed onestà la nostra professione.

Cosa ne pensate in merito?

Come ci si può ribellare al sistema e cambiarlo?

Il nuovo D.L. apre il sistema farmacie hai grandi capitali invece secondo me, il sistema farmacia dovrebbe essere aperto ai farmacisti stessi!!!

Io lavoro nel paese in cui vivo e sono nato inoltre, essendo anche attivo socialmente, conosco bene le persone/pazienti/compaesani.

Questo mi ha permesso (ed onorato) di assisterli ed aiutarli professionalmente …. ma perché non posso farlo liberamente aprendomi una mia farmacia senza imposizioni da parte dei miei titolari?

Spesso da amici, compaesani, parenti e pazienti mi viene chiesto perché non apro la mia farmacia e sono costretto a rispondergli che non posso perché non è un mercato libero e c’è il”numero chiuso”…beh.. potete immaginare anche voi i commenti piuttosto negativi su tale restrizione!!!

Io credo in un mercato libero senza restrizioni in modo tale che ogni farmacista abbia la possibilità di aprirsi la propria farmacia in cui esercitare secondo coscienza e professionalità; inoltre in questo modo, i pazienti possono scegliere liberamente la propria farmacia di fiducia su un numero più alto di farmacie e trovare quella qualitativamente migliore per le sue necessità.

Se in un paese ci sono due farmacie la scelta per un paziente non è altissima… sarà due.

Al contrario, se ce né un numero maggiore la scelta per il paziente sarà più aperta,democratica e qualitativamente più ampia..

La liberalizzazione del mercato delle farmacie inoltre, dovrebbe limitare i grossi interessi e le speculazioni legate alla compravendita delle stesse.

Ad ogni modo, se si continuerà a mantenere le attuali restrizioni del numero chiuso e della pianta organica, spero almeno che la titolarità di una farmacia venga stabilita secondo un sistema meritocratico e non prevalentemente per eredità come succede ora:

Un figlio di titolare di farmacia può laurearsi in 8-10 anni,fare pratica e due anni di lavoro nella farmacia di famiglia e ritrovarsi, quasi per magia( e per eredità), titolare; al contrario un non-figlio di titolare può laurearsi in pari con gli anni ottenendo ottimi voti,fare pratica e lavorare a lungo come dipendente senza mai avere la possibilità di diventare titolare…e dire che secondo me, dal punto di vista professionale, le seconda figura è più qualificata per la titolarietà di una farmacia

Voi cosa ne pensate?

Un punto invece su cui tutti siamo d’accordo è la difesa e l’importanza delle farmacia rurali: queste vanno sicuramente supportate e con i moderni sistemi informatici e la massa di dati statistici disponibili, possono essere identificate ed adeguatamente aiutate

Cito una frase di un mio amico ma che descrive bene il mio pensiero e la mia situazione: ”il farmacista potrebbe essere il lavoro più bello del mondo ma purtroppo ce lo fanno fare male”

Mi scuso per questo mio sfogo e per essere stato così prolisso: spero che queste mie parole vengano lette e magari facciano riflettere, persone più alte ed importanti di me, al fine di migliorare il sistema delle farmacie e le condizioni di lavoro dei farmacisti dipendenti.

Grazie per l’attenzione

Daniele Venturi

© Riproduzione riservata

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