sigarette elettroniche«Il 20 maggio 2017 sono entrate definitivamente in vigore le nuove norme sui prodotti derivanti dal tabacco e sulle sigarette elettroniche. Le “nuove” sigarette elettroniche, non registrate come farmaco o dispositivo medico, dovranno presentare i contenuti massimi di nicotina previsti dalle disposizioni di legge». A riferirlo è Federfarma che spiega in particolare come le e-cigarettes non possano contenere nicotina in forma liquida la cui concentrazione sia superiore ai 20 mg/ml. «Inoltre – precisa il sindacato dei titolari di farmacia – ai sensi del D.Lgs. n. 6/2016, il liquido contenente nicotina può essere commercializzato solo: in contenitori di ricarica il cui volume non superi i 10 ml; in sigarette usa e getta con serbatoi di volume non superiore a 2 ml; in cartucce monouso con cartucce di volume non superiore a 2 ml». Il liquido, poi, non deve nemmeno contenere gli additivi di cui all’art.8.3 dello stesso decreto legislativo, «vale a dire: le vitamine o gli altri additivi che creano l’impressione che un prodotto del tabacco produca benefici per la salute o comporti minori rischi per la salute; la caffeina o la taurina o altri additivi e composti stimolanti che presentano una connotazione di energia e di vitalità; gli additivi con proprietà coloranti delle emissioni; per i prodotti del tabacco da fumo, gli additivi che facilitano l’inalazione o l’assorbimento di nicotina; gli additivi che hanno proprietà CMR sotto forma incombusta».
«Per quanto di nostra conoscenza – precisa infine Federfarma – non sembra siano state ad oggi registrate sigarette elettroniche seguendo la procedura prevista per i farmaci (ovvero disponendo di Autorizzazione all’immissione in commercio) o per i dispositivi medici. All’uopo si ricorda quanto recentemente detto dal commissario alla Salute dell’Unione Europea Vytenis Andriukatis, secondo il quale “le e-cigarettes considerate come strumento nelle attività di stop smoking non potranno che essere autorizzate come farmaci ed essere vendute in farmacia”». L’associazione di categoria ha affermato in ogni caso di attendere «chiarimenti a riguardo da parte del nostro ministero della Salute».

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