roche«I segnali sono positivi ed incoraggianti», anche se alcuni problemi non mancano. In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Adnkronos il chief executive officer del colosso Roche, Severin Schwan, ha spiegato il suo punto di vista sul mercato farmaceutico della Penisola, sottolineando come il governo italiano stia a suo avviso «riconoscendo che il settore non genera solo costi, ma rappresenta un valore per la salute dei pazienti e per l’economia del Paese». Meno positivo, invece, è il giudizio sulla negoziazione dei prezzi dei farmaci con le autorità di controllo, che «è ancora molto dura. Sono due aspetti che si contraddicono e fra i quali confido che si possa raggiungere un corretto equilibrio». «In Italia l’industria farmaceutica – ha proseguito il manager – rappresenta una parte molto importante del sistema economico, con una forte quota di export. E da parte delle istituzioni italiane vedo un apprezzamento per il valore dei farmaci». In questo senso, per Roche quello del nostro Paese «è uno dei mercati-chiave in Europa, con il quale siamo molto orgogliosi di collaborare».
Schwan ha quindi parlato anche della questione relativa al sito produttivo di Segrate, che l’azienda ha deciso di cedere, spiegando che si tratta di una scelta strategica internazionale, effettuata nell’ambito di una «revisione della rete produttiva a livello mondiale», che non ha «nulla a che fare con l’Italia». In questo senso, il fatto che si tratti di un disegno più ampio sarebbe confermato dal fatto che Roche ha deciso di vendere anche altri tre siti, in Irlanda, Spagna e negli Stati Uniti: «Stiamo spostando il nostro portafoglio dalle cosiddette “small molecules” alle “large”, come i farmaci biologici, gli anticorpi monoclonali. Si tratta di un grande passaggio che richiede impianti dedicati».
Il dirigente ha parlato a Basilea, a margine della presentazione dei risultati finanziari del gruppo, che nel 2015 ha registrato un fatturato – per quanto riguarda il nostro Paese – in aumento del 12,7% rispetto all’anno precedente, a quota 924,3 milioni di euro.

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