servizio-cup-di-iorio-fedefarma-napoli-le-asl-rimborsino-il-servizio-alle-farmacieCon protocollo 210/13 del 14 maggio 2013, all’indirizzo del Dr. Morlacco – Regione Campania – in una missiva inviata per conoscenza ai direttori generali della ASL napoletane, il Dr. Michele Di Iorio, Presidente di Federfarma Napoli, invita la struttura commissariale a valutare una qualsivoglia forma di remunerazione del servizio CUP per l’onere organizzativo/operativo che lo stesso arreca alle farmacie.

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Allo stato attuale, scrive Michele Di Iorio, il servizio CUP non genera alcun costo per le ASL napoletane e visti gli ingenti risparmi ottenuti evitando l’affidamento del servizio CUP a strutture interne, considerato che le farmacie offrono il servizio in maniera pressochè continuata, garantendo al cittadino assistenza che va ben oltre le disponibilità di un classico sportello, è arrivato il momento di valutare una remunerazione del servizio CUP, seppur in forma simbolica.

Ciò a causa degli oneri gravosi per le farmacie nel momento in cui cittadini effettuano richieste di modifiche di prenotazioni, annullamenti e spostamenti delle stesse.

Qualora le ASL napoletane non riescano a sostenere il costo delle prenotazioni, le stesse farmacie valuteranno l’opportunità di richiedere un contributo direttetamente al paziente. Pagamento che, spiega Michele Di Iorio, avrà lo scopo di sensibilizzare i pazienti ad un utilizzo corretto del servizio CUP, evitando di creare disservizi con spostamenti e annullamenti delle prestazioni prenotate.

Recentemente uno studio sul servzio cup a cura del CREF, Centro ricerche economiche e formazione di Udine, commissionato da Federfarma, aveva dimostrato che il servizo CUP in farmacia non può essere offerto gratuitamente dalle farmacie e che le stesse andavano remunerate in misura di almeno € 2,20 per prenotazione erogata.

Nello stesso studio era emersa la sconvolgente realtà che, come diversamente indicato dai vari mentori, il CUP non arrecherebbe nessun beneficio alle vendite in abbinata in farmacia, cosiddetto cross-selling, costringendo i titolari ad imporre necessariamente un costo di erogazione del servizio a causa dell’incidenza sulle tempistiche di esecuzione dovute non tanto alle piattaforme tecnlogiche utilizzate ma al rapporto col paziente.

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