fenagifar petrosilloContinua a far parlare di sé il bando lanciato da una farmacia comunale di Corbetta, in provincia di Milano. Il testo, infatti, prevede una selezione per l’erogazione di servizi professionali in farmacia basata sul criterio del «prezzo offerto più basso, mediante un’offerta di ribasso a corpo sul totale posto a base di gara e pari a 149.200,00 euro oltre oneri per la sicurezza e iva». In pratica, si privilegerà chi è disposto a fornire il servizio al costo più basso per l’azienda.
FarmaciaVirtuale.it ha ascoltato l’opinione di Davide Petrosillo, presidente della Federazione nazionale Associazioni giovani farmacisti, dal momento che sono proprio i più giovani, spesso, a partecipare a questo tipo di bandi. «La nostra posizione – ha spiegato – è chiara da sempre: si deve puntare sulla competenza, sulla professionalità e sulla preparazione. È d’altra parte proprio su questo che contiamo in vista dell’arrivo delle società di capitale, previsto dalla legge sulla Concorrenza. La speranza è che chi entrerà nel settore, e si troverà a dover scegliere i propri collaboratori, lo faccia puntando ai migliori, e non a chi accetta di lavorare al prezzo più basso». Andrea Mandelli, presidente della Fofi, aveva reagito alla notizia spiegando che «è preoccupante che un comune, una pubblica amministrazione, pensi di reclutare professionisti con gli stessi criteri con cui si acquistano le forniture di beni di consumo o di servizi, cioè sulla base del massimo ribasso». Petrosillo spiega di essere «in linea con il pensiero del presidente della Federazione. Tuttavia, è chiaro che si tratta del sintomo di un momento difficile per la professione. Dalle università escono 4.000 nuovi laureati all’anno, contro una domanda di circa 1.200. È per questo che un giovane farmacista poi si trova ad accettare determinati compromessi, sapendo quanto sia difficile trovare un posto di lavoro. Se vediamo offerte come quella del comune lombardo vuol dire che qualcosa non va». La soluzione, secondo il presidente della Fenagifar è duplice: «Da un lato l’apertura di nuovi sbocchi professionali, sapendo che i farmacisti devono specializzarsi per essere aumentare le loro possibilità di trovare un impiego. Dall’altra, l’introduzione di un numero programmato nelle facoltà di Farmacia».

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