defustellati in farmaciaIl Nucleo anti-sofisticazioni di Lecce ha denunciato all’Autorità giudiziaria un farmacista per il presunto reato di truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale. A riferirlo è il ministero della Salute, che spiega: «Nel corso di un controllo all’interno della farmacia di cui l’indagato è titolare, i carabinieri hanno rinvenuto 68 confezioni di medicinali “defustellati”, per le quali era stato richiesto il rimborso alla competente Asl. Il valore dei farmaci, posti sotto sequestro, ammonta a più di 1.300 euro».
Lo stesso ministero ricorda che il «il bollino farmaceutico (conosciuto anche come “fustella”), è lo strumento di garanzia dell’autenticità dei medicinali in commercio in Italia. Esso è un supporto su carta adesiva a più strati, prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che contiene le informazioni essenziali per l’identificazione di un medicinale e l’individuazione di ciascuna sua singola confezione. Quando la prescrizione di un farmaco è rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale, il farmacista rimuove lo strato superiore del bollino e lo applica sulla ricetta redatta dal medico. Successivamente, questa ricetta viene inviata alla Asl competente per territorio che, dopo averla controllata, rimborsa la farmacia». Ne consegue che «l’asportazione illecita del bollino dalle confezioni di farmaci rimborsabili permette, potenzialmente, un guadagno illecito, in quanto il farmacista potrebbe sia chiedere il rimborso allo Stato che rivendere lo stesso farmaco, senza ricetta o con una ricetta fasulla, a un altro cliente».
Pochi giorni prima, i Nas di Torino avevano scoperto un impiegato di 47 anni che, senza alcuna competenza e titolo abilitativo, aveva allestito nella propria abitazione un laboratorio nel quale preparava artigianalmente compresse, pastiglie e intrugli vari mediante l’impiego di sostanze erboristiche e farmacologicamente attive». E che aveva anche aperto «un sito web illegale dedicato alla vendita di queste preparazioni pubblicizzate come rimedi terapeutici per diverse patologie e con effetti dimagranti». Per l’uomo è scattata dunque la denuncia per esercizio abusivo della professione.

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