contratto farmacisti collaboratori«La bozza di rinnovo del contratto dei farmacisti collaboratori di farmacia privata è molto deludente». A dichiararlo è stata la presidente della Conasfa – Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari, Silvera Ballerini, che fa sapere di appoggiare «integralmente la posizione già espressa in merito dal sindacato Sinasfa. L’associazione di categoria indica quelli che a suo avviso rappresentano i punti più controversi: «L’assenteismo e l’abuso dal lavoro, per quello che risulta alla nostra federazione sembrano un falso problema, visto che l’ingresso anticipato e l’uscita posticipata sono le situazioni più frequenti e nella maggior parte delle occasioni non sono riconosciute economicamente. Aggiungiamo semmai la difficoltà di utilizzare le ferie e i permessi nella maggior parte delle farmacie. Inoltre, anche i farmacisti collaboratori purtroppo “si ammalano”, c’è il rischio che il soggetto più debole ne faccia le spese. Semmai auspichiamo un aumento delle tutele per i farmacisti che si ammalano di patologie oncologiche o altre patologie gravi. Attualmente lo sfortunato collega ha 180 giorni di tempo per guarire, ricevendo una retribuzione, se non ci riesce ha la possibilità di chiedere ulteriori 120 giorni non retribuiti, poi scatta il licenziamento».
Il secondo punto oggetto di critica riguarda i tempi di preavviso, che «viste le introduzioni dei nuovi contratti nel mondo del lavoro negli ultimi anni, assumono ancor una maggior valenza nella tutela del lavoratore che oramai rischia più la disoccupazione e assunzioni “con contratti” al di sotto della decenza. La terza questione è legata alla riduzione della percentuale dell’obbligo di conferma in servizio di almeno il 90% degli apprendisti, che potrebbe comportare «un aumento del rischio del turnover all’interno delle aziende, con progressiva penalizzazione del servizio all’utenza», secondo la Conasfa. Inoltre, a preoccupare Ballerini è «l’introduzione di quote di salario variabile parametrato ad obiettivi di risultato», che potrebbe portare «ad una “cannibalizzazione” della professione tra colleghi e un uso esagerato del “cross-selling” non sempre accettato dall’utenza», nonché «l’uso di agenzie interinali per le assunzioni, che ha un sapore di “deresponsabilizzazione” dei titolari verso i propri colleghi professionisti».
Secondo la Conasfa servirebbero invece «un aumento salariale omogeneo per tutti, perché l’attuale livello retributivo è fermo da troppi anni e non è dignitoso per un professionista», assieme ad una riforma dei corsi di formazione e aggiornamento, al riconoscimento di un indennizzo per il “rischio biologico” per chi pratica autoanalisi in farmacia e al ripristino del “bonus camici”».

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