ricetta-elettronica-novitaIn ordine sparso. Così si presenta l’introduzione della ricetta elettronica nelle diverse Regioni della penisola, dove a situazioni (non così frequenti, a dir la verità) di entrata a regime con buoni risultati, se ne affiancano altre dove il meccanismo stenta a decollare creando non pochi malumori sia sul fronte della farmacia che dei medici.

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Eppure, stando al cronoprogramma previsto dalla legge 221 del 17 dicembre 2012, le prescrizioni elettroniche quest’anno dovrebbero arrivare al 60%, all’80% nel 2014 e al 90% l’anno successivo. Traguardi da cui si è lontani, come aveva già spiegato a FarmaciaVirtuale Giovanni Petrosillo di Promofarma. Sulla carta, la dematerializzazione dovrebbe portare non pochi vantaggi, dal controllo della spesa farmaceutica e dell’adeguatezza delle terapie prescritte, al risparmio di milioni per la stampa delle ricette rosse. Ma i problemi sono più d’uno, dalla gestione a livello di software alla continuità della rete Internet, non garantita ancora in ampie zone del Paese.

Tra i casi modello quello più frequentemente citato è la Val d’Aosta, dove la sperimentazione è iniziata a luglio e da subito è stata estesa a tutte le farmacie della Regione. Va ricordato, però, a onor del vero, che il caso, per la ridotta estensione territoriale, è piuttosto particolare; si tratta infatti di una quarantina di farmacie in totale. Sperimentazione riuscita, sempre per rimanere al Nord, anche a Bolzano, dove all’inizio dell’anno è stato avviato il progetto pilota SIS-FSE-ePRE, Sistema informativo sanitario – fascicolo sanitario elettronico – prescrizione elettronica. La sperimentazione, finanziata con fondi Ue, ha coinvolto 24 medici di famiglia e pediatri di libera scelta e ha dato buoni risultati, tanto da essere pronta per essere estesa a tutti i medici di famiglia altoatesini; dal dicembre 2014 niente più ricetta rossa, solo più sistemi informativi.

Sull’altro fronte, tra i casi “viziosi” più spesso citati, figura invece l’Emilia Romagna, dove la sperimentazione è stata interrotta prima dell’estate a causa di problemi con Sole, il sistema di accoglienza regionale. È questo uno dei punti di maggior criticità: se le ricette invece che attraverso il Sac, Sistema di accoglienza centrale di Sogei, vengono inviate con propri Sistemi di accoglienza regionale (Sar), ci possono essere problemi a far dialogare i gestionali di medici e farmacie. Per questo alcune Regioni che fanno ricorso al Sar e sono partite prima, poi sono andate a rilento, viceversa Regioni che usano il Sac e sono partite dopo, hanno dato buoni risultati.

Non a caso, Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli, a fine settembre ha inviato una lettera alla dirigenza sanitaria regionale in vista dell’imminente introduzione della ricetta elettronica, chiedendo l’utilizzo esclusivo del servizio di accoglienza centralizzato. Un sistema già operante che, sottolinea Di Iorio, ha il vantaggio di non comportare rilevanti costi per la parte pubblica in ordine alla realizzazione di un proprio sistema di accoglienza regionale. In Campania non sono mancati gli scontri per la partita degli incentivi, coi medici di medicina generale che si sono visti riconoscere 73 euro al mese e i pediatri sul piede di guerra per avere un analogo trattamento. Richiesta di incentivo avanzata anche da Di Iorio a beneficio dei farmacisti, che non dovranno comunque farsi carico del costo dell’aggiornamento del gestionale.

Partenza tra feroci polemiche, invece, in Sicilia, dove la giunta regionale ha deciso l’avvio della ricetta digitale su tutto il territorio per il 16 settembre, senza farlo precedere da una sperimentazione. Considerata la sollevazione di tutte le parti coinvolte, si è poi concessa una proroga fino a fine ottobre per l’adeguamento dei sistemi, tra proteste per l’assenza di gradualità del passaggio, problemi di rete e richieste di rimborso per gli oneri di lavoro aggiuntivi. E ci sono anche Regioni, quali la Liguria, che per la ricetta elettronica sono a rischio multa, come denunciato dal Gruppo regionale del Pdl: la Regione si era impegnata a far partire la digitalizzazione dei dati sanitari entro ottobre, ma le procedure sono ancora in altissimo mare.

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