luigi-d-ambrosio-lettieri“Nel girone infernale della riforma, pasticciata, confusa e controproducente che Renzi vorrebbe veder approvata dalle urne referendarie, il sistema farmacia subirà uno scossone sotto i colpi di contraddizioni palesi e a danno dei cittadini. Vorrei ricordare che il sistema farmacia, in una logica di sussidiarietà verticale, oggi assolve ai compiti di servizio pubblico e di assistenza, in maniera uniforme e soddisfacente nel pieno rispetto dei Lea, proprio recentemente aperti alla Farmacia dei servizi.
La riforma, invece, si pone in contrasto con l’integrazione del sistema farmacia nel patto di solidarietà sociale. Quello stesso patto che il sistema sanitario nazionale ha sancito nel rispetto dei principi costituzionali della sussidiarietà verticale, la stessa paradossalmente messa in discussione con questa riforma e garantita fino ad oggi dagli equilibri dati dal raccordo tra centro e periferie attraverso la Conferenza Stato-Regioni, sostituita con simili competenze dal Senato delle Autonomie e completamente dimenticata.
Il dopo, infatti, se dovessero prevalere i Sì, sarebbe un vero salto nel buio.
Con il nuovo articolo 117 che riforma il Titolo V – farraginoso e incomprensibile persino agli addetti ai lavori – non è affatto risolto il conflitto di competenze tra Stato e Regioni, tanto più in materia sanitaria. Lo abbiamo detto e ridetto in tempi non sospetti: dire che spetta allo Stato e alle Regioni non è esattamente rendere più chiare e circoscritte le competenze.
Ora, leggo anche con non poca amarezza e sconcerto le dichiarazioni di quei rappresentanti di enti, società scientifiche e sindacati operanti nell’ambito sanitario che si sono espressi a sostegno della riforma costituzionale con toni trionfanti e soddisfatti. Dimenticando il ruolo che rivestono. Un trionfo della mediocrità.
Sono certo che queste esibizioni a mezzo stampa non otterranno il risultato di condizionare le estese platee dei soggetti rappresentati, a mio avviso molto male. E mi sembra chiaro che questi presidenti, figli dell’improvvisazione, dopo il 4 dicembre, in caso di vittoria del No, si debbano dimettere dai loro rispettivi incarichi e ritirare in buon ordine”.
Lo dichiara in una nota il sen. d’Ambrosio Lettieri (CoR), componente Commissione Sanità Senato.

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