Referendum, Bonfrisco (CoR): «Faziosità Federfarma non giova a farmacia italiana»

Credo che nessuno, nella storia delle assemblee pubbliche di categoria o di organizzazioni professionali, abbia mai osato peccare così apertamente di opportunismo e faziosità come Federfarma, che in occasione della consueta Assemblea pubblica annuale, ieri a Roma, ha invitato a intervenire solo il responsabile sanità del Pd, Federico Gelli. Coinvolgere l’esponente di un partito politico, escludendo i rappresentanti di settore di tutti gli altri partiti dell’arco costituzionale, è quantomeno curioso. Nel gruppo dei Conservatori e Riformisti e, più in generale in Parlamento, ci sono diversi di quei senatori e deputati che furono e sono ancora oggi protagonisti diretti di tante battaglie accanto ai farmacisti e ai loro vertici sindacali. Per tutti cito il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri e l’on. Massimo Corsaro la cui competenza è ben nota ai farmacisti italiani. La presidente di Federfarma li conosce bene. Eppure, dall’Assemblea sono stati tagliati fuori dal dibattito proprio loro, da sempre impegnati a difendere e valorizzare la farmacia italiana come presidio sanitario prezioso sui territori, mentre è stato chiamato ad esprimersi proprio quel PD che con Bersani e Monti ha tentato più volte di demolire quel presidio, non riuscendoci soltanto grazie alla strenua opposizione dei partiti di centrodestra. Dobbiamo ritenere sia un caso che il prescelto da Federfarma sia proprio il partito di maggioranza relativa in questo momento? A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca. Se questo è il caso, i vertici di Federfarma, schierando le truppe del voto referendario in una Assemblea pubblica, non hanno valutato l’effetto boomerang: i farmacisti continueranno a trovarci al loro fianco, con la coerenza e la lealtà di sempre, com’è sempre stato. Oltre il governo di turno.

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