rapine in farmaciaPiù di 1200 rapine. Quasi quattro al giorno. Non c’è pace per le farmacie, che si confermano il bersaglio prediletto dalla criminalità. Lo dicono i dati del rapporto 2013 sui settori più esposti, curato dall’Osservatorio intersettoriale sulla criminalità dell’Ossif, il Centro di ricerche dell’Abi sulla sicurezza anticrimine di cui fa parte anche Federfarma.

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La recrudescenza dei furti violenti vede in cima alla classifica le farmacie, che hanno registrato un aumento del 9,9 per cento contro il 6,7 delle tabaccherie e il 5,7 degli uffici postali. Anno di relativa tregua, invece, per i distributori di carburante, che vedono una riduzione di rapine del 9,2 per cento. Calo anche per gli esercizi commerciali, che registrano un -3,2 per cento. Stabili le rapine in banca (+0,3), che hanno però l’indice di rischio più elevato (numero di rapine ogni 100 punti operativi), seguite dalle farmacie.

L’escalation violenta nelle farmacie non si spiega tanto nell’appetibilità del bottino, che si aggira in media sui mille euro contro gli oltre 24 mila delle banche e i diecimila degli uffici postali. L’assalto è dovuto soprattutto alla vulnerabilità degli esercizi, con sistemi di sicurezza inesistenti o poco efficaci e orari notturni, che le rendono preda soprattutto della piccola delinquenza o di rapinatori all’arrembaggio, armati di coltello o di siringa, come i tossicodipendenti.

Quasi la metà delle 1.256 rapine del 2013 si è verificata in Lombardia, con 505 furti violenti subiti, che presenta l’indice di rischio più elevato con 17,8 rapine ogni 100 farmacie, seguita dalla Puglia (10,4), dalla Sicilia (8,7), dal Lazio (8,6) e dal Piemonte (7,4). Altre regioni tartassate sono il Lazio, con 128 rapine, la Sicilia con 125, il Piemonte e la Puglia con 115. Milano si conferma la provincia più colpita con 358 rapine, seguita da Roma (123), Torino (105), Napoli (76), Bari e Monza e della Brianza (71).

C’è chi sta correndo ai ripari, come Milano e Roma, dove le farmacie stanno iniziando a installare telecamere a circuito chiuso e allarmi collegati con le forze dell’ordine. Un sistema di difesa efficace, che ha consentito alla città meneghina di ridurre di un quarto il numero di rapine nel 2014.

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