prodotti farmaceuticiA luglio 2016 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente, con un +13,9% centrato dai prodotti farmaceutici. Tuttavia, il recupero complessivo dei livelli su base mensile è associato ad una tendenza trimestrale negativa: nella media del trimestre maggio-luglio 2016 la produzione è infatti diminuita dello 0,5% rispetto al trimestre precedente (mentre i farmaceutici hanno registrato un +2,5%). A spiegarlo è l’Istat, che sottolinea come il dato di luglio 2016, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, sia sceso invece dello 0,3%. «Per quanto riguarda i settori di attività economica – specifica l’istituto di statistica – a luglio 2016 (rispetto all’anno precedente, ndr) i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+18,3%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+2,5%). Le diminuzioni maggiori si registrano invece nei settori dell’attività estrattiva (-18,5%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-8,6%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (- 3,9%)». È dunque il proprio comparto dei prodotti farmaceutici ad aver rappresentato un autentico traino per l’attività economica del Paese, sia rispetto a giugno 2016 che rispetto a luglio 2015. Tuttavia, occorre sottolineare che lo stesso settore, nel periodo gennaio-luglio dell’anno in corso, è cresciuto in misura meno netta, rispetto agli stessi mesi del 2015, facendo registrare un +1,9% (dato corretto per gli effetti di calendario). Il valore tendenziale complessivo della produzione industriale risulta invece aumentato dello 0,6%, il che significa che comunque il comparto farmaceutico è stato più dinamico della media.
Ancor più in generale, va segnalato come di recente l’Istat abbia indicato una previsione non eccellente per l’economia italiana, dopo la battuta d’arresto del Pil nel secondo trimestre. E lo stesso governo ha annunciato una revisione al ribasso delle stime contenute nel Documento di economia e finanza per l’anno 2016. La crescita economica dovrebbe risultare non dissimile da quella registrata nel 2015, lontana dal superamento di quota +1%.

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