federfarmaLa presidente di Federfarma, Annarosa Racca, è entrata in prima persona nel merito della polemica legata al divieto di prescrizione e allestimento di preparazioni magistrali contenenti la sertralina e un’altra lunga serie di principi attivi, imposto dal ministero della Salute attraverso un decreto datato 22 dicembre 2016. «L’attività galenica – spiega la dirigente in una nota inviata allo stesso ministero e all’Agenzia Italiana del Farmaco – è sovente oggetto di provvedimenti e, non raramente, accade di imbattersi in dubbi interpretativi. Viceversa, proprio nella consapevolezza della importanza e della delicatezza della materia, appare indispensabile che l’attività del farmacista debba potersi esplicare non solo nel pieno rispetto delle limitazioni stabilite, ma anche con tutta la possibile correntezza, secondo quanto l’ordinamento consente ed esige». È per queste ragioni che, secondo la presidente di Federfarma, «pur comprendendo che in taluni casi sia inevitabile adottare urgentemente limitazioni o restrizioni, appare tuttavia allo stesso tempo necessario promuovere una disciplina quanto più possibile chiara, facendo sì che il farmacista possa continuare ad esercitare la propria professione senza incertezze operative o, tantomeno, ingiustificabili restrizioni». In particolare, in questo caso il decreto «risulterebbe stabilire una serie di divieti che appaiono del tutto incomprensibili. Ci si riferisce, in particolare, ai commi 2 e 3 concernenti associazioni dei principi attivi di cui al comma 1, che, da una lettura testuale, parrebbero sempre vietate (a prescindere dalla finalità per cui vengono prescritte), mentre, eventualmente, dovrebbero essere vietate solo se a scopo dimagrante, analogamente a quanto disposto al comma 1 del decreto per prescrizioni di singoli principi attivi». Per questo l’associazione di categoria ha chiesto «la convocazione di un urgente incontro nel corso del quale possa essere avviato con le farmacie un opportuno approfondimento, affrontando in modo organico, complessivo e chiaro la delicata problematica».

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