polifarmacia«Di fronte all’incremento dell’età media della popolazione, alla crescita del numero di persone che presentano multimorbidità e all’accresciuta aderenza alle linee guida per specifiche patologie, la polifarmacia sta diventando sempre più comune». È partendo da questo assunto che due ricercatori del King’s College di Londra hanno analizzato le prospettive della branca. Nello studio, intitolato “Current and future perspectives on the management of polypharmacy” e pubblicato sulla rivista BMC Family Practice, si sottolinea il fatto che «sebbene un corretto trattamento nei pazienti che presentano problemi complessi possa incrementare i risultati clinici, nonché la qualità della vita, allungandone l’aspettativa, la polifarmacia è anche associata a un aumento dei rischi di effetti indesiderati, alcuni tanto severi da richiedere un ricovero ospedaliero o perfino da condurre al decesso del paziente. Perciò, è essenziale l’uso di sistemi che garantiscano la somministrazione di medicinali solamente quando necessario, informando coloro che li assumono su tutti i benefici ma anche sulle possibili complicazioni del trattamento, e premurandosi anche di rivedere i pazienti regolarmente». «Lo sviluppo e l’aggiornamento di database elettronici riguardanti i pazienti – proseguono gli autori del paper – rende il monitoraggio sulle loro condizioni molto più robusto rispetto al passato. E consente di identificare sotto-gruppi di pazienti che prestano particolari rischi di eventi avversi. Inoltre, in questo modo è possibile facilitare la “de-prescrizione”, ovvero il processo di revisione del trattamento farmacologico. Negli ultimi anni, abbiamo assistito anche allo sviluppo di app per smartphone che consentono di migliorare la comunicazione tra pazienti e professionisti della salute, il che contribuisce ulteriormente al monitoraggio delle condizioni di salute. Sul lungo termine, poi, l’avvento dell’intelligenza artificiale può potenzialmente minimizzare ancor di più i rischi legati alla polifarmacia». In tutto ciò, secondo i ricercatori, dovranno essere coinvolte alcune figure professionali, tra i quali vengono citati i farmacisti.

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