farmacie antitrustIl presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella, ha presentato il 15 giugno 2016, presso il Senato, il rapporto annuale 2016 sull’attività dell’organismo. Nelle oltre 300 pagine della relazione figurano pochi riferimenti al mondo della farmacia. Tuttavia, nel suo discorso il dirigente si è soffermato ancora una volta sul Ddl Concorrenza, che risulta ancora al vaglio della commissione Industria presso Palazzo Madama. Senza sorprese, Pitruzzella ha ribadito il fatto che «una componente molto importante dell’attività dell’Antitrust è quella di fare l’avvocato della concorrenza. Ho ricordato la grande quantità di pareri e di segnalazioni adottati. Vorrei anche sottolineare il notevole tasso di successo degli stessi. Non solo dei pareri, seguiti dal decisore politico o amministrativo in più della metà dei casi, ma anche delle segnalazioni che prospettano modifiche legislative con finalità pro-concorrenziali».
Più nello specifico, il numero uno dell’Authority ha spiegato che «una segnalazione dell’Autorità ha fornito la base per la presentazione del disegno di legge annuale sulla Concorrenza. Nel dibattito pubblico non sono mancate le voci critiche per un certo svuotamento che ha subito il testo parlamentare rispetto alle originarie indicazioni dell’Antitrust. Vorrei vedere però il bicchiere mezzo pieno: il testo infatti contiene ancora rilevanti norme pro-concorrenziali, come quella che riguarda la piena liberalizzazione del mercato retail dell’energia. Altri importanti settori, come le assicurazioni, i servizi professionali e il settore delle farmacie sono interessati dal processo di liberalizzazione. Una rapida approvazione della legge consentirebbe di avviare il processo per la presentazione di un nuovo disegno di legge in modo da dare attuazione alla periodicità annuale prevista dal legislatore per gli interventi di promozione della concorrenza».
Secondo Pitruzzella, infatti, «questo processo deve continuare, eliminando quei privilegi normativi che ancora esistono e che in alcuni settori (dalle farmacie, alle concessioni, ai trasporti, al commercio al dettaglio, alle professioni regolamentate) bloccano la concorrenza e creano intollerabili forme di disuguaglianza».

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