Ordine dei farmacisti francese sul corso di studi a 8 anni: «Priorità sono altre»

È polemica, in Francia, rispetto alla proposta avanzata da alcuni docenti delle facoltà di Farmacia e dalla Federazione dei sindacati farmaceutici di Francia (FSPF) circa la possibilità di aumentare ad 8 anni la durata del corso di studi per ottenere il diploma di farmacista. Il presidente dell’Ordine nazionale transalpino, Isabelle Adenot, si è infatti schierato in modo netto contro questa possibilità, spiegando che non si tratta, a suo avviso, di un problema prioritario per la categoria.
«Credo che la professione di farmacista – ha spiegato la dirigente – si debba davvero confrontare con problemi più urgenti di questo! Quando nel settore il numero di professionisti costretti alla disoccupazione è così alto, in un momento in cui si verificano frequenti chiusure di farmacie, c’è davvero bisogno di preoccuparsi della durata del corso di studi? E c’è davvero bisogno di farlo con questa urgenza?» La posizione della presidente dell’Ordine nazionale francese è stata esplicitata in un comunicato ufficiale, datato 16 febbraio 2016. Nel documento, Adenot spiega che gli studi in farmacia sono già oggi integrati appieno nel sistema d’istruzione pubblico, che prevede il diploma (quello che in Francia viene chiamato “licence”), la laurea (ovvero il “master”) e infine il dottorato, conformemente allo schema previsto a livello europeo. È per queste ragioni che l’Ordine transalpino fa sapere che non prenderà alcuna posizione ufficiale sulla questione prima di aver «ascoltato le opinioni di tutti gli attori coinvolti attorno alla nostra professione».
Come spiegato da FarmaciaVirtuale.it, la proposta della FSPF prevede un biennio di studi in più rispetto ad oggi, nel corso del quale l’obiettivo è di organizzare stage in ambulatorio per gli studenti, nonché di rafforzare i legami con gli ospedali. «In questo modo – ritiene la FSPF – i futuri farmacisti avranno a disposizione gli strumenti necessari per rispondere alle evoluzioni che caratterizzano il loro ruolo all’interno del sistema sanitario pubblico».