obiezione coscienza farmacisti«Diamo maggior forza alla nostra battaglia a favore del diritto all’obiezione di coscienza»: è l’appello lanciato dall’UCFI, l’Unione Cattolica Farmacisti Italiani, destinato ai colleghi farmacisti, soprattutto a quelli che non fanno parte dell’associazione. Obiettivo è quello di raccogliere più firme possibili, trovando adesioni e consensi nelle organizzazioni professionali di categoria, in primis la FOFI, i rispettivi Ordini provinciali e Federfarma, «perché l’obiezione di coscienza – scrivono dalle pagine del sito dell’UCFI – venga finalmente considerata come un diritto legittimo e perché i colleghi ne appoggino il riconoscimento giuridico, come è avvenuto e avviene per le altre categorie professionali». Quella portata avanti dall’associazione «è una battaglia che dura da 15 anni – dicono – con grande convinzione, coraggio, determinazione e sacrifici». Purtroppo, però, «i risultati sono stati scarsi – sottolineano dall’UCFI – al di là del rispetto e della considerazione personale che si sono guadagnati coloro che ci hanno messo la faccia e nonostante il loro meritevole impegno». I membri dell’associazione invitano a coinvolgere i colleghi, titolari, collaboratori, studenti e pensionati, attraverso un porta a porta o qualsiasi altra modalità, compresi convegni, assemblee, riunioni di categoria. Il foglio, scaricabile dal sito dell’UCFI, debitamente compilato in tutte le sue parti, deve essere controfirmato da chi ha fatto la raccolta, indicando anche il luogo e la data in cui è stata effettuata.
«Compito delle leggi civili – si legge nel documento della sottoscrizione – è assicurare il bene comune attraverso il riconoscimento e la difesa dei diritti fondamentali della persona, la promozione della pace e della pubblica moralità. Quando uno o più di questi diritti viene da esse misconosciuto o violato, come il diritto alla vita nel caso di leggi che in vari modi autorizzano e favoriscono aborto e eutanasia, anche se suffragate dal consenso della maggioranza dei cittadini, esse contraddicono la loro ragion d’essere e cessano di essere moralmente obbliganti. Considerato il cambiamento dei costumi sociali – prosegue – con la diffusione della cosiddetta “contraccezione di emergenza” e in assenza di una norma costituzionale di nozione certa circa l’inizio della vita umana, nel rispetto delle libertà fondamentali della persona garantite dall’art. 2 della Costituzione italiana, noi farmacisti, come cittadini, chiediamo che anche ai farmacisti sia riconosciuto e giuridicamente tutelato l’esercizio dell’obiezione di coscienza». I fogli completi di firme vanno spediti o consegnati alla sede dell’associazione, in via della Conciliazione, 10 a Roma. «Questa raccolta firme – scrivono – sarà anche una formidabile occasione per far conoscere la nostra Associazione, l’UCFI, a chi ancora non la conosce, per raccogliere adesioni e magari anche per far nascere nuove sezioni territoriali là dove finora non siamo rappresentati».

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