mnlf«Il Ddl Concorrenza ha messo a nudo tutte le contraddizioni di una politica sempre più lontana dai diritti dei cittadini, sia che essi siano professionisti o consumatori». A spiegarlo è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti che sottolinea come «la parte della legge che riguarda le farmacie non porti alcun beneficio ai consumatori, che non godranno di alcun vantaggio concorrenziale sui farmaci pagati di tasca propria, e non allarga la platea di coloro che intendono intraprendere liberamente la propria professione».
Per questo l’associazione afferma che «l’unica soluzione possibile per risolvere la decennale iniquità presente nel settore è il libero esercizio della professione» e si rivolge all’Antitrust chiedendo che dia «indicazioni precise al Parlamento affinché le distorsioni di un mercato che da monopolista si appresta a diventare oligopolista siano definitivamente risolte». Secondo il Mnlf, infatti, «sta all’Autorità Garante della Concorrenza indicare la strada che necessariamente deve passare o attraverso l’abolizione del numero chiuso di farmacie sul territorio, o attraverso la costituzione della farmacia non convenzionata. Quest’ultimo soggetto deve essere lasciato libero di detenere e vendere tutti i farmaci, nessuno escluso, in regime di non convenzione statale. Naturalmente con la garanzia del professionista laureato, ovvero il farmacista». Ciò perché, prosegue la sigla, «con una popolazione che sta sempre più invecchiando e un sistema sanitario nazionale che si sta rapidamente spostando verso una partecipazione diretta alla spesa dei cittadini, non è più possibile impedire che agli stessi venga resa impossibile la scelta tra sistemi diversi d’offerta. Il mondo della farmacia è sostanzialmente fermo al decreto Bersani, da allora è fallito il concorso straordinario che doveva aprire migliaia di farmacie e sono falliti tutti gli altri tentativi di aprire il settore. Sono aumentati i privilegi e come dimostra il Ddl Concorrenza si è guardato più agli interessi degli attori presenti nel mercato che a quelli generali».
Quanto alle catene di farmacie, secondo il Movimento, occorre «mantenere una riserva sul numero di esercizi, ma permetterne allo stesso tempo la costituzione: la libertà del mercato o è totale o non è».

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