sciopero mediciSono passati ormai due anni dall’ultimo sciopero nazionale dei medici e dei dirigenti sanitari italiani. Una nuova agitazione della categoria è stata proclamata per la giornata di martedì 12 dicembre. Il personale sanitario incrocerà infatti le braccia, come confermato dalla sigla sindacale Anaao Assomed, per protestare contro quella che è considerata una mancanza di attenzione per la categoria da parte dei poteri pubblici. L’associazione di categoria ha infatti spiegato le ragioni della protesta sottolineando – come riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos – che «nella marea di bonus e micro-provvedimenti della legge di bilancio 2018 non c’è traccia di un investimento sul servizio sanitario pubblico che salvaguardi sia il diritto alla salute dei cittadini sia il lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari, che ne è valore fondante e garanzia di esigibilità. Se le ragioni della sanità fossero difese con la stessa pervicacia con la quale si infila un comma a favore della copertura dei costi del carnevale fino al 2020 o del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), che solo un anno fa era additato come il prototipo degli enti inutili, non staremmo ancora a protestare».
Secondo il sindacato al quale aderiscono oltre 18.000 medici, «la sanità è l’unico settore del pubblico impiego lasciato fuori da ogni prospettiva di ripresa, con un finanziamento avviato sul piano inclinato di un rapporto con il prodotto interno lordo del 6,3%. Come se la spesa sanitaria greca o quella portoghese potessero diventare il nostro punto di riferimento e avessimo rinunciato ad assomigliare alla Germania o alla Francia, che finanziano i loro sistemi sanitari con due punti percentuali di Pil in più all’anno». È per tali ragioni che, secondo l’Anaao Assomed, «la politica deve decidere se la salute dei cittadini è ancora un diritto costituzionale o un lusso che non possiamo permetterci». La politica, volendo, potrebbe ancora introdurre delle norme a sostegno del settore nella manovra attualmente al vaglio del parlamento: «Segnali – conclude l’associazione di categoria – che indichino la volontà di scommettere sul capitale umano del Servizio sanitario nazionale, che rappresenta un bene pubblico da valorizzare e non da liquidare in maniera strisciante». Tra le principali rivendicazioni, figurano «la creazione delle condizioni per il rinnovo del contratto fermo da 8 anni, per l’erogazione dei Lea, per il futuro del sistema formativo, stretto tra deficit di specialisti e pletora di laureati».
Nello scorso mese di novembre, in occasione di uno sciopero locale, nella provincia di Verona Federfarma aveva spiegato che sarebbe stato possibile richiedere in farmacia i medicinali non in regime di convenzione, e dunque a carico del paziente, anche senza la prescrizione medica. Ciò firmando una dichiarazione di responsabilità da parte del paziente e sulla base di una serie di regole. La stessa iniziativa sarà riproposta a livello nazionale il 12 dicembre?

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