medici-di-baseUn servizio trasmesso dal Tg5 alla fine di gennaio aveva lanciato un allarme rispetto ad una possibile penuria di medici di base nei prossimi anni in Italia. Secondo la testata giornalistica, infatti, entro il 2023 potrebbero essere 16.000 i camici bianchi a mancare: un fenomeno attribuito in particolare ai pensionamenti, al numero chiuso nelle università e all’invecchiamento progressivo dei professionisti. Il 9 febbraio La Repubblica ha confermato i rischi, riportando le parole del segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, secondo il quale «i pensionamenti nei prossimi cinque-otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale». In pratica, secondo il quotidiano si perderebbero «più di 45.000 medici in 5 anni». Numeri ben più ampi di quelli citati dal Tg5: un fenomeno che «coinvolgerà sia i dottori di base sia i medici del Servizio sanitario nazionale», aggiunge Scotti. E che «con il tempo peggiorerà ulteriormente. Nei prossimi 10 anni, nel 2028, infatti, saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676. Appare quasi ridicolo assistere al fatto che nessuna forza politica che aspira a governare il Paese proponga e si impegni sul tema dell’assistenza territoriale. Nessun impegno della politica sulla criticità della mancanza di medici di base a breve, dunque. In un Paese che, per caratteristiche demografiche, avrà invece soprattutto bisogno di un’assistenza medica domiciliare e residenziale». Il presidente della Fimmg spiega che invece dovrebbero «essere garantiti investimenti economici sul numero e sulla qualità della formazione dei medici di medicina generale, sul personale sanitario e amministrativo nei nostri studi, sulle tecnologie. A questo punto, invece, la figura e la presenza del medico di medicina generale appare impotente per promuovere il vero cambiamento. Chi vuole rottamare la medicina di famiglia si faccia dunque avanti a viso scoperto. Come medici ci sentiamo, insieme ai cittadini, le vittime di tanta superficiale approssimazione».
FarmaciaVirtuale.it ha anche intervistato sul tema Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, che ha tuttavia scongiurato il rischio di una dinamica analoga anche per la professione di farmacista.

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