mandelli ccepsIl senatore Andrea Mandelli, presidente della Fofi, ha chiesto al ministero della Salute, in un’interrogazione parlamentare, chiarimenti in merito alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS). Quest’ultima, istituita nel 1946, ha il compito di giudicare in appello sui ricorsi avverso i provvedimenti disciplinari irrogati dai competenti organi degli Ordini provinciali delle professioni sanitarie. Mandelli ricorda che si tratta di «un organo di giurisdizione speciale, costituito da magistrati, funzionari ministeriali ed esponenti indicati dalle Federazioni e Collegi delle Professioni sanitarie, attesa la peculiarità dei giudizi che coinvolgono gli esercenti le professioni sanitarie». I membri durano in carica 4 anni e possono essere riconfermati: «L’attuale Commissione Centrale – ha aggiunto Mandelli – è oramai scaduta da quasi due anni, ma non è mai stata ricostituita (essendo necessaria, a tal fine, l’emanazione di un apposito decreto del Presidente della Repubblica), anche perché la Corte di Cassazione, con due ordinanze del 15 gennaio 2015, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale in relazione alla corretta composizione di tale organo giurisdizionale». In questo senso è stata chiesto il parere della Corte Costituzionale, «in quanto la presenza di funzionari del ministero della Salute, quali componenti della CCEPS e allo stesso tempo parti necessarie nei procedimenti disciplinari, altererebbe i principi del giusto processo, considerando inoltre che il ministero nomina alcuni componenti della stessa CCEPS». La consulta, con la sentenza n. 215/2016, ha quindi dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma che disciplina la composizione della CCEPS proprio “nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale”. Il presidente della Fofi ha aggiunto che tali complesse e delicate vicende «hanno paralizzato di fatto l’attività della CCEPS, poiché, dopo la citata pronuncia, non è stato adottato alcun provvedimento per definire una composizione della Commissione che rispecchi i requisiti indicati dalla Consulta». Di qui la richiesta al governo «di sapere quali iniziative intenda assumere al fine di porre rimedio a tale situazione che di fatto priva tutti gli Organi delle professioni sanitarie del loro potere disciplinare, rendendo inefficaci le sanzioni legittimamente emesse, con grave rischio per la qualità delle prestazioni professionali e conseguentemente per la tutela del diritto alla salute dei cittadini».

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