ricette-in-farmaciaUn medico che si sta per recare in ferie può lasciare le ricette da consegnare ai pazienti al farmacista del paese, con una lettera d’incarico? A rispondere al quesito è l’avvocato Paola Ferrari, esperta di diritto sanitario. Che ricorda ricorda il contenuto dei codici deontologici di medici e farmacisti: per i primi, si deve evitare «qualsiasi condizione di conflitto di interessi nella quale il comportamento professionale risulti subordinato a indebiti vantaggi economici o di altra natura». Inoltre, «al medico è vietata ogni forma di prescrizione concordata che possa procurare o procuri a se stesso o a terzi un illecito vantaggio economico o altre utilità» e «l’informazione a terzi può essere fornita, previo consenso esplicitamente espresso dalla persona assistita, fatto salvo quanto previsto agli artt. 10 e 12, allorché sia in grave pericolo la salute o la vita del soggetto stesso o di altri)». Mentre per il farmacista è vietato «ogni atto che configuri concorrenza sleale», nonché «porre in essere iniziative o comportamenti che limitino o impediscano il diritto di libera scelta della farmacia da parte dei cittadini».
La legale cita quindi Federfarma, che ha sottolineato come «il farmacista non debba promuovere, organizzare o aderire a iniziative di accaparramento di prescrizioni mediche comunque e dovunque poste in essere. Per accaparramento di ricette, in particolare, si intende ogni iniziativa diretta a convogliare le prescrizioni in una determinata farmacia senza preventiva ed esplicita autorizzazione dell’interessato. Anche perché all’articolo 15 della legge 475/1968 viene sancito il diritto del cittadino alla libera scelta della farmacia alla quale rivolgersi. Per tale motivo, le indicazioni del Garante non autorizzano il medico a decidere di propria volontà se e a quale farmacia recapitare le ricette di un paziente. Spetta soltanto a quest’ultimo scegliere se avvalersi di tale opzione, nel qual caso deve delegare per iscritto un incaricato (che può anche essere il collaboratore della farmacia)».
L’associazione di categoria ha inoltre precisato che «la pratica di recapitare le ricette del medico direttamente in farmacia dovrebbe essere circoscritta a quei casi, del tutto eccezionali, nei quali il paziente è obiettivamente impossibilitato a recarsi di persona in ambulatorio». In pratica, la consegna della ricetta direttamente in farmacia è fattibile, prosegue Paola Ferrari, «solo se il paziente ha chiesto e delegato il farmacista». Mentre le consegne massive sono in ogni caso vietate. La risposta al quesito iniziale, dunque, non può che essere negativa.

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