rapina in farmaciaÈ ciò che è accaduto a numerosi farmacisti. A pochi minuti dalla chiusura del proprio esercizio, quando fuori è magari già buio, quando ci si appresta a tornare a casa dopo una giornata di intenso lavoro. Il racconto di Elisabetta Panfili, titolare di una farmacia in piazza Foraggi a Trieste, affidato al quotidiano Il Piccolo, è emblematico della situazione di insicurezza nella quale sono costretti a vivere molti farmacisti. «Quando mi sono vista puntare la pistola contro è stato terrore puro. Sono rimasta agghiacciata e sento di essere ancora sotto choc. Eravamo prossimi alla chiusura, mancava forse un minuto e già ci stavamo preparando per andare via». Quindi l’uomo armato che fa irruzione nel negozio: «Una scena che non potrò più dimenticare». Alla paura seguono lo sconforto e la sensazione di essere spesso impotenti di fronte ai criminali che prendono di mira la categoria. Il fatto, in questo caso, è avvenuto attorno alle 19.30 di sabato 9 settembre. Il bandito ha chiesto di svuotare la cassa brandendo l’arma contro la professionista. Che ora non nasconde tutta la sua preoccupazione: «Non mi sento più sicura nella mia città. Ci sono rapine quasi ogni settimana e facendo il nostro lavoro con grandissimo sacrificio, rischiamo di perdere la vita, ammazzati dal malvivente di turno che ci chiede l’incasso. Non è tanto per i soldi, è per la sensazione di grande vulnerabilità che ho provato e che continuerò a provare per chissà quanto tempo. Ogni volta che sarò nella nostra farmacia, dietro alla cassa, avrò il terrore che di lì a poco possa entrare un rapinatore con la pistola in pugno. Ma in ogni caso, continueremo la nostra attività e saremo lì a disposizione dei nostri clienti. Abbiamo portato un servizio di grande importanza sociale nel quartiere e le persone che vengono da noi sono soddisfatte e felici del nostro lavoro. Questo mi darà la forza di continuare».
La farmacia è stata aperta da Panfili assieme a due altri farmacisti: David Pizziga e Valeria Falagiani. Anche loro si sono detti turbati: «I filmati delle telecamere a circuito chiuso hanno ripreso tutta la scena, ma sarà difficile riconoscere il rapinatore, anche perché aveva il volto coperto», ha spiegato il primo. La seconda, invece, non era presente: «Sapevamo che le farmacie sono bersagli facili per questi malviventi, ma trovarsi in prima persona in un’esperienza del genere è tremendo».

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