Inverno e Omeopatia

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Contributo di Daniel Lotti

Curare o prevenire le patologie invernali non è solo una prerogativa solo dei classici farmaci da banco o degli antibiotici ma anche delle sostanze naturali. Si sa, l’omeopatia è una terapia alternativa per chi ci crede, ma, se presa con la giusta mentalità, si è in grado di raggiungere ottimi risultati: è una modalita’ terapeutica che lega molto con la psicologia e con finissimi equilibri fisiologici. Ma andiamo oltre e addentriamoci nel problema posto all’inizio del discorso. Curare con i farmaci omeopatici si può, dunque, in primo luogo prevenendo e perciò rinforzando sia il sistema immunitario con opportuni tonici, quale il capostipite in questo caso è Echinacea, ma anche Astragalo, o andando al molecolare Ferrum phosphoricum, Kalium chloratum o Kalium sulfuricum a seconda del grado dell’infiammazione. Ma la prevenzione, come dice la parola stessa, è solitamente effettuata molto prima con rimedi a base di allergeni e tossigeni, spesso simili o con richiami ai vari vaccini in commercio, diluiti e dinamizzati, i quali possono spesso agire in maniera meno invasiva e più stimolante, con enormi spazi di modulazione del dosaggio somministrabile. In questo ambito si possono notare in commercio prodotti monocomponente con buona azione stimolante del sistema immunitario o anche combinati con sostanze stimolanti il sistema immunitario o il metabolismo basale.

Per quanto riguarda invece la cura di patologie in corso come raffreddamenti di stagione, possono anche in questo caso andar bene i rimedi citati prima con l’aggiunta di sostanze febbrifughe (Atropa belladonna comunemente chiamata anche Belladonna, Bryonia dioica, Aconitum napellus, Gelsemium sempervirens o Eupatorium perfoliatum), nel caso di eccesso di muco (Strychnos nux vomica, Cinnamomum camphora) o nello stato patologico acuto (Hydrastis canadensis in gocce solitamente o Sambucus nigra in gocce o globuli a basse diluizioni). In situazioni di tosse in generale, molto efficace Drosera rotundifolia in diluizioni basse, Grindelia robusta o in caso di tosse secca Hyoscyamus niger o Euspongia officinalis (Spongia). Se si è soggetti a disturbi ed ammalamenti dell’albero bronchiale, molto utile la prevenzione ed il trattamento con tintura madre di Ribes nigrum, con azione simil-corticosteroide ed antiinfiammatoria.

L’accumulo di tossine è una questione da approfondire in quanto uno stato psico-fisico carico di tossine porta ad un ritorno alle normali attività rallentato. Ecco allora che vengono in aiuto sostanze come China in diluizioni medio-basse, in quelle situazioni debilitanti con perdite di sangue o in generale per i trattamenti post-febbrili da malattia Chininum arsenicosum o Ferrum arsenicosum, o ancora in caso anche di debolezza, dolori reumatici e neurologici Magnesium floratum. Per il trattamento a seguito di infezioni/intossicazioni alimentari può essere utile Okoubaka, pianta dalle origini africane.

E PER I PIU’ PICCOLI?
Molto importanza nella questione malattie invernali e omeopatia, in riferimento anche alla minore invasività dei rimedi, la occupano i più piccoli, sempre a rischio raffreddamento e malattie esantematiche. Chiaramente il passaggio da situazioni di parziale rilassamento e ritmi blandi a quelli di stress psicologico e fisico, dato dal rientro a scuola, può debilitare e portare ad essere più suscettibili le giovani leve, che spesso incappano in malattie anche in forma grave. Ecco allora che, i rimedi preventivi degli adulti vanno molto bene anche nei più piccoli, stando attenti a rispettare le prescrizioni medico-farmaceutiche. Nelle malattie esantematiche virali, come il morbillo, si può agire a stadi: nella fase prodromica si può agire su febbre, con Atropa belladonna e sulle forme catarrali con Ferrum phosphoricum, nello stadio esantematico con Pulsatilla pratensis, Ammonium carbonicum, Bryonia ed Euphrasia officinalis. Le stesse sostanze della fase prodromica del morbillo possono essere usate anche per la rosolia con aggiunta di Barium carbonicum con un trattamento detossificante post-patologia con Sulfur a diluizione alta. Nel caso della varicella, Rhus toxicodendron in diluizione media, meglio se in globuli, per le vescicole purulente e Antimonium crudum per le forme esantematiche pruriginose e successiva azione di disintossicazione con Sulfur. Per la parotite epidemica, comunemente chiamata orecchioni, si può utilizzare la solita Atropa belladonna e Rhus toxicodendron in globuli, per la febbre e in generale per sedare gli sfoghi. Utile anche Mercurius solubilis se sono in corso forme acute con coinvolgimento importante del sistema linfatico.

Nel caso di malattie di origine batterica come la pertosse anche in questo caso si può agire a fasi: nella fase catarrale della tosse con Ferrum phosphoricum, nella fase convulsiva con Drosera in diluizione media e Atropa belladonna in diluizione medio-bassa. Può tornare utile anche Coccus cacti. In fase di miglioramento Cuprum metallicum. Per la scarlattina invece assieme alla solita Atropa belladonna, Apis mellifica e Phytolacca americana per i problemi edematosi e delle prime vie respiratorie.
Spesso purtroppo le patologie trattate necessitano di terapia antibiotica o antivirale, che però non esclude la terapia omeopatica, che in questo caso può potenziare l’azione, migliorare la degenza e velocizzare la ripresa delle normali attività scolastiche. Un riferimento che può sicuramente far dell’omeopatia una strategia vincente, la celebre frase di Samuel Hahnemann che dice “stimoli deboli promuovono l’attività vitale, quelli medi la regolano, quelli forti la paralizzano”.

Contributo di Daniel Lotti

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