ddl-responsabilità-professionaleIl via libera da parte del Senato al Disegno di legge numero 2224, che reca “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” sembrava potesse arrivare agevolmente entro breve. Invece, nel corso della seduta dello scorso 24 novembre a Palazzo Madama, la discussione e le votazioni sui singoli articoli non hanno raggiunto neanche la metà del provvedimento (si è arrivati all’articolo 8 su un totale di 18). Nel corso della seduta, infatti, un senatore del Movimento 5 Stelle ha chiesto di verificare il numero legale, che effettivamente mancava. Pertanto, «considerato che il numero dei presenti in Aula va sempre più diminuendo – ha spiegato la presidenza – apprezzate le circostanze, si rinvia il seguito della discussione dei disegni di legge in titolo ad altra seduta». In pratica, non si conosce ancora a partire da quale data il Ddl verrà posto nuovamente in discussione al Senato. La stessa presidenza ha aggiunto in proposito che «la conferenza dei capigruppo è convocata martedì 6 dicembre, alle ore 13. L’Assemblea tornerà a riunirsi sempre martedì 6 dicembre, alle ore 16,30, con all’ordine del giorno le comunicazioni del presidente sul calendario dei lavori».
A queste parole ha replicato Emilia Grazia De Biasi, del Partito democratico: «Signor Presidente, vorrei ringraziare i colleghi valorosi ancora presenti. Sono a chiederle però cortesemente, nella prossima riunione dei Capigruppo (ovviamente nel rispetto dell’autonomia delle scelte della Conferenza), una calendarizzazione certa di questo provvedimento che possa avere un inizio e una fine nell’ambito della stessa seduta: non possiamo infatti continuare a fare lo spezzatino e, quando c’è mezz’ora di tempo, se ne esaminano tre articoli. Non è serio per il valore del provvedimento e per la dignità dell’Assemblea». Ma è noto che nei giorni successivi alla pausa referendaria i due rami del Parlamento saranno alle prese con la legge di Bilancio. Secondo il Sole24Ore, perciò, è probabile che «se ne riparli nel gennaio del 2017». Il che significherebbe riprendere la votazione sul Ddl 2224 a un anno dalla sua approvazione in prima lettura alla Camera, che risale al 28 gennaio 2016.

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