liberismo sfrenatoIn una lettera inviata a FarmaciaVirtuale.it, il farmacista Maurizio Guerra risponde alle posizioni assunte dall’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese. «La medicina – spiega – è una cosa seria e pericolosa, a volte molto pericolosa: sconti, offerte, promozioni, pubblicità e ogni altro mezzo di persuasione mediatica, sono proprio quello che non si deve utilizzare riguardo a prodotti etici e sociali».
Il farmacista titolare di farmacia aggiunge che «mercificare il medicinale è la cosa più stupida che uno Stato civile possa fare: esso dovrebbe avere le stesse regole, lo stesso prezzo obbligatorio, la medesima condizione di classificazione, di rimborsabilità, di ticket, su tutto il territorio nazionale, in attesa che lo abbia nell’intero continente (cosa che eviterebbe smercio internazionale, lucro illegittimo, sparizione di farmaci essenziali e loro contingentamento)». Per questo, secondo Guerra, non si può adottare una «liberalizzazione della vendita in nome di un liberismo anglosassone che risulta abbondantemente colpevole di tutti i disastri economici privati e pubblici registrati dal dopoguerra ad oggi».
Ancora, il farmacista sottolinea che «la popolazione non deve comperarsi le medicine perché sono in offerta o scontate, ma solo perché sono indispensabili alla salute. E il farmacista, commesso o cassiere della catena col timore di perdere il posto non possono decidere se vendere o meno un medicinale OTC o SOP o con ricetta, perché nel brainstorming giornaliero vengono istruiti su cosa e come vendere, perché acquistato in quantità dalla centrale della catena. Come i biscotti, il pesce, le mutande, o i dentifrici. Le persone non hanno mai tratto vantaggio dalla concorrenza, basta vedere che la liberalizzazione di energia, carburanti, caffè piuttosto che altri beni di consumo, non ha mai prodotto diminuzioni di prezzo. Chi continua a riempirsi la bocca di liberismo e concorrenza mente sapendo di mentire, perché con questa falsa promessa inganna la gente comune. Il Pil non si alza in questo modo, né si fanno risparmiare i cittadini, ma lo si fa con una sana politica di tagli di sprechi pubblici, con il taglio delle tasse ai cittadini (che disporrebbero di più denaro per acquistare il necessario) e alle imprese (che potrebbero investire e assumere grazie all’aumento della domanda interna innescata dal taglio delle tasse ai cittadini)».
«Privatizzando sempre più la sanità e la farmaceutica in particolare – conclude Guerra – aumentando i ticket, diminuendo i medicinali concedibili, innescando la mancanza di terapie per mancanza di denaro, si aumenta al contrario l’impoverimento dei cittadini. Occorrono invece piccole entità artigianali, commerciali e professionali contro i capitali e contro il dominio delle multinazionali».

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